Sabato 25 ottobre 2025 si è conclusa a Roma la terza e ultima Assemblea del Cammino sinodale della Chiesa italiana, con l’approvazione quasi unanime (oltre il 95% dei voti favorevoli su più di 800 delegati) del documento finale “Lievito di pace e di speranza”.
È l’atto che chiude quattro anni di ascolto, discernimento e confronto, e che apre una nuova stagione per la Chiesa in Italia.
Un percorso di quattro anni
Il Cammino sinodale era stato inaugurato nel 2021 come risposta all’invito di Papa Francesco a rendere la Chiesa più partecipativa e missionaria.
Dopo una prima fase di ascolto nelle diocesi, in cui comunità e gruppi locali hanno espresso desideri, ferite e speranze, si sono susseguite tre grandi assemblee nazionali:
- la prima, nel novembre 2023, per fissare principi e criteri di rinnovamento;
- la seconda, nell’aprile 2025, segnata da accese discussioni e rinvii sulla bozza del testo;
- la terza, appena conclusa, dove il consenso è finalmente arrivato dopo mesi di dialoghi, mediazioni e oltre 300 emendamenti integrati nel testo definitivo.
Il presidente della CEI, cardinale Matteo Zuppi, ha parlato di un cammino «che ha superato la logica del “si è sempre fatto così”» e che «aiuta la Chiesa a proteggersi dal protagonismo individuale e a camminare insieme con responsabilità e passione».
La rivoluzione del metodo
La vera innovazione non è solo nei contenuti, ma nel modo di lavorare.
Per la prima volta, il metodo della “conversazione nello Spirito” — fondato sull’ascolto reciproco, il silenzio orante e la parola condivisa — ha modellato l’intero processo decisionale.
Ogni partecipante, laico o consacrato, ha avuto spazio per esprimersi, non per convincere o vincere, ma per discernere insieme ciò che lo Spirito suggerisce alla comunità.
In molti contesti locali, la possibilità di prendere la parola ha rappresentato un’esperienza inedita di libertà, corresponsabilità e fraternità.
Le novità nei contenuti
Le 124 proposte approvate delineano una Chiesa più sinodale e inclusiva.
Tra i punti più significativi:
- maggiore valorizzazione dei ministeri laicali e della collaborazione tra laici e clero;
- attenzione rinnovata a giovani, donne e persone ai margini della vita ecclesiale;
- impegno per la trasparenza, la giustizia sociale e la cura del creato;
- apertura pastorale verso le situazioni affettive complesse e le persone omoaffettive e transgender, nel segno dell’inclusione e dell’accompagnamento spirituale.
Il documento invita inoltre le diocesi a trasformare lo spirito sinodale in prassi concreta, rendendo ogni Chiesa locale un luogo di partecipazione e comunione.
Un messaggio al Papa
Alla fine dei lavori, l’assemblea ha inviato un messaggio a Papa Leone XIV, ringraziandolo per aver sostenuto il percorso:
«Crediamo che la bellezza dell’annuncio del Vangelo sia quella di essere incarnata nelle nostre vite e condivisa con gli uomini e le donne di oggi».
Un futuro che inizia ora
Il Cammino sinodale non si chiude, dunque, ma cambia forma.
Il documento “Lievito di pace e di speranza” non è un punto d’arrivo, ma una base su cui ricostruire una Chiesa che vuole essere di tutti e per tutti.
Una Chiesa che — come ha detto il cardinale Zuppi — ha imparato che l’ascolto non è una perdita di tempo, ma il modo più evangelico di camminare insieme.
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