lunedì 30 gennaio 2023

Quattro vescovi in marcia per dire no alla guerra


Tre vescovi del Veneto, insieme a un quarto di nazionalità argentina e che svolge il suo mandato in Mozambico, hanno guidato le circa 2 mila persone che ieri a Bassano del Grappa hanno dato vita alla marcia denominata “Terre di Pace”. Per dire ancora una volta no a ogni tipo di guerra e di violenza. A promuoverla sono state le Diocesi di Vicenza, di Treviso e di Padova, accomunate dalla voglia di riunire i propri membri sia laici che con ruoli specifici nella Chiesa, di tutte le età.

Dai bambini ai loro nonni, dai sacerdoti ai tanti papà e mamme che si sono mischiati tra cartelli e striscioni nel torpedone pacifico che ha invaso alcune vie bassanesi dal punto di ritrovo allestito in località Fellette fino all’area dei due palasport a Ca’ Dolfin, dove si è conclusa la riuscita manifestazione. Presenti i vescovi Claudio Cipolla (Diocesi di Padova), Michele Tomasi (Treviso) e Giuliano Brugnotto per Vicenza, fresco di nomina da poco più di due mesi, a cui si è aggiunto monsignor Claudio Dalla Zuanna, di Beira in Mozambico.

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Dino e Silvano Ruaro. Missionari vicentini nel Congo senza pace


Dino Ruaro, padre Dehoniano originario di Magrè, a Schio è arrivato nella Repubblica Democratica del Congo nel 1973. Dal 2007 si trova a Mambasa, dove con la sua parrocchia si occupa in particolare della popolazione carceraria. Ha visto con i suoi occhi le due guerre che hanno travolto l’est del Congo e le loro conseguenze. «Da allora continuo a sentire tanti discorsi, ma c’è molta propaganda da parte di chi cerca il proprio interesse in modo spudorato e diabolico – confessa il missionario -. Ho poca fiducia nella soluzione del conflitto, l’interesse è cieco e senza cuore».

A nord di Mambasa c’è Nduye, la missione dove è impegnato un altro Dehoniano, padre Silvano Ruaro, anche lui originario di Magrè e cugino di padre Dino. I due nei giorni scorsi si sono incrociati a Mambasa prima che Silvano tornasse a Nduye dopo essere stato a Kampala, in Uganda, e a Beni e Butembo. Lungo la strada tra queste due città a sud di Mambasa lo scorso ottobre è stata uccisa in un attacco una suora medico. Il suo corpo è stato dato alle fiamme. «Mi sono fermato nel villaggio per pregare, hanno eretto un piccolo capitello in suo ricordo – racconta padre Silvano -. La strada tra Mambasa e Beni è sempre a rischio. Non c’è una linea del fronte, gli attacchi avvengono inaspettatamente, a macchia di leopardo. Uno di questi, il 16 gennaio, è avvenuto contro la chiesa pentecostale di Kasindi, al confine con l’Uganda. «Ero stato nel villaggio il giorno prima dell’attentato – racconta il missionario -. Purtroppo queste cose sono diventate il nostro pane quotidiano. La moglie di un catechista che collabora con me è stata rapita e portata nella foresta. E quando succede, nessuno torna». 

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sabato 28 gennaio 2023

Servizio Civile Universale, un anno davvero speciale!

Caritas Diocesana Vicentina, Città Solidale società cooperativa sociale e Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII propongono un incontro pubblico per illustrare le opportunità, per i giovani dai 18 ai 28 anni, di impegnarsi in queste tre realtà nell’ambito del nuovo bando per il Servizio Civile Universale. Sono 20 i posti a supporto di persone fragili, disabili, senza fissa dimora o in condizioni di disagio.
I progetti saranno illustrati il 1° febbraio alle 17.30 presso la Casa della Pace, in via Porto Godi 2 a Vicenza. Partecipazione libera, con iscrizione consigliata tramite form: www.tinyurl.com/bando2022SCU

venerdì 27 gennaio 2023

Dio si nascose ad Auschwitz in un rosario fatto di pane

Franciszka Studzińska era una studentessa universitaria di Cracovia, era anche una pianista. Fu arrestata nel 1942 perché trasporava e consegnava documenti di nascosto al regime nazista. Arrivò ad Auschwitz il 1 dicembre del 1942 e morì lì il 4 aprile del 1943. Il suo nome fa parte del gruppo di vittime che i nazisti uccisero non per motivi razziali (non era ebrea) ma perché si opposero al regime. Tutto qui. Questo è ciò che si sa di lei, oltre al fatto che fabbricò quel rosario di pane. Resta anche la foto che le fecero nel campo di concentramento, corredata del numero 26283.

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martedì 24 gennaio 2023

I cristiani che rischiano per la loro fede, nel mondo sono 360 milioni

L’ultimo rapporto di Porte aperte/Open doors, organizzazione che, da tre decenni, monitora la situazione dei battezzati nel mondo.

L’anno appena trascorso è stato il peggiore per i fedeli. Il numero assoluto di quanti soffrono gravi forme di discriminazione e abusi non è cambiato: 360 milioni ovvero un cristiano su sette. A crescere, però, è il punteggio degli indicatori nei cinquanta Paesi a rischio. Al primo posto nella World watch list 2023, c’è, di nuovo, la Corea del Nord, a causa della “legge contro il pensiero reazionario” che ha portato a un aumento degli arresti e delle chiusure di chiese. Pyongyang, nel precedente studio, era stata sostituita dall’Afghanistan.

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domenica 22 gennaio 2023

In Ucraina condannato obiettore di coscienza

La giustizia ucraina non perdona e spedisce in carcere gli obiettori di coscienza che rifiutano la chiamata alle armi. Nonostante le loro convinzioni religiose. La Corte d’Appello di Ivano-Frankivsk ha respinto il ricorso presentato da Vitaly Alekseienko, il cristiano evangelicale della regione di Donetsk già giudicato colpevole in prima istanza, nel settembre scorso, del reato di «elusione del servizio militare durante la mobilitazione». I giudici l’hanno condannato in via definitiva a un anno, stabilendo un precedente che varrà anche per gli altri circa 5mila ucraini che hanno chiesto di svolgere un servizio civile alternativo.
Alekseienko, 46 anni, ha rifiutato la mobilitazione militare per motivi religiosi ed è il primo obiettore ucraino condannato in via definitiva dall’inizio dell’invasione russa. «Credo in Gesù Cristo e nel suo comandamento di resistere al male senza violenza e di essere operatore di pace, come ci ha insegnato nel Discorso della montagna», aveva spiegato, dicendosi disponibile a prestare un servizio alternativo come prevedeva la normativa ucraina prima dell’introduzione della legge marziale.

Ma ciò non è bastato per far cambiare idea ai giudici e a poco è servito anche il risalto mediatico che la vicenda ha assunto in questi mesi, grazie alla campagna di solidarietà lanciata dalle reti antimilitariste e nonviolente internazionali, che hanno reiterato gli appelli per chiedere la revoca della condanna. «Purtroppo il caso di Alekseienko non è isolato ma è solo il primo in cui la giustizia ucraina ha deciso di utilizzare il pugno di ferro. Si hanno notizie di almeno altri quattro precedenti casi penali in cui agli obiettori di coscienza è stata concessa la sospensione della pena detentiva e la libertà vigilata», ha spiegato Mao Valpiana, presidente del Movimento Nonviolento italiano.

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sabato 21 gennaio 2023

La tigre lascia spazio al coniglio

Salutando la Tigre, il 22 gennaio 2023 entriamo nell'Anno del Coniglio.
Milioni di famiglie in tutto il mondo e in molte città d'Italia comprese Napoli, Milano, Trento e Padova, stanno preparando i festeggiamenti per uno dei più grandi festival dell'anno.
Il momento più importante è la parata con la danza del drago e la danza del leone che simboleggiano l’arrivo della buona sorte e la cacciata degli spiriti malvagi.
La “Festa di primavera” ha una lunga storia, che risale alle cerimonie di sacrificio agli dei e agli antenati organizzate alla fine ed all’inizio di ogni anno lunare sin dai tempi delle Dinastie Yin e Shang, più di 4000 anni fa.

La leggenda del mostro Nian
Ci sono innumerevoli racconti popolari legati al capodanno lunare, ma il mito di "Nian" si distingue come il più iconico e divertente.

La leggenda narra che Nian fosse una feroce bestia sottomarina con denti aguzzi e corna. Ogni capodanno lunare, strisciava sulla terraferma e attaccava un villaggio vicino.

In una di queste occasioni, mentre gli abitanti del villaggio si precipitavano a nascondersi, un misterioso vecchio si presentò e insistette per restare nel villaggio nonostante fosse stato avvertito di un destino imminente.

Con sorpresa degli abitanti del villaggio, il vecchio e il villaggio sopravvissero completamente illesi.

L'uomo ha affermato di aver spaventato Nian appendendo striscioni rossi sulla porta, accendendo petardi e indossando abiti rossi.

È così che indossare il colore infuocato - anche gli indumenti intimi - ed appendere striscioni rossi con frasi di buon auspicio, facendo scoppiare petardi o fuochi d'artificio sono diventate tradizioni del capodanno lunare, in uso ancora oggi.

mercoledì 18 gennaio 2023

Settimana di preghiera per l'unità dei cristiani

 

Un video per raccontare il senso e le prospettive della Settimana di preghiera per l’Unità dei Cristiani, anche attraverso i social media. È la novità che accompagna quest’anno l’iniziativa internazionale di preghiera ecumenica cristiana in programma dal 18 al 25 gennaio, con l’obiettivo di favorire la comunicazione e la promozione nei territori.

Curato dall’Ufficio Nazionale per l’ecumenismo e il dialogo interreligioso, con la regia di Maria Amata Calò e la supervisione dell’Ufficio Nazionale per le comunicazioni sociali, il video colloca la Settimana all’interno del Cammino sinodale e ne sottolinea l’attualità, in un momento storico di grandi conflittualità. “I cristiani stanno in questa società per continuare a dire che vale la pena costruire un mondo più giusto, anche quando si vedono ingiustizie, fallimenti e ferite come quella della guerra”, afferma Mons. Derio Olivero, Vescovo di Pinerolo e Presidente della Commissione episcopale per l’ecumenismo e il dialogo, evidenziando che “questa Settimana aiuterà a lavorare sulla serietà della costruzione di relazioni”.

“Le Chiese cristiane possono stare insieme, possono collaborare e alzare la voce contro le ingiustizie che subiscono donne, bambini, e dare una comune testimonianza che tutti, come discepoli di Cristo, nonostante le nostre differenze, possiamo testimoniare lo stesso Cristo e lo stesso Vangelo”, sottolinea Dionisios di Kotyeon, Vescovo ausiliare del Metropolita ortodosso d’Italia Polykarpos.

“La tentazione è quella di pensare che l’ecumenismo sia di soppesare bene ciò che abbiamo in comune e ciò che ci differenzia e per una settimana enfatizzare gli elementi comuni facendo finta che gli altri non esistano”, osserva il Pastore Daniele Garrone Presidente della Federazione delle Chiese Evangeliche in Italia (Fcei), per il quale il motto di quest’anno – “Imparate a fare il bene, cercate la giustizia (Is 17) – invita ciascuno “a guardare se stesso, ad imparare e ad imboccare insieme la strada della conversione”.

Da Avvenire

domenica 15 gennaio 2023

Buona festa di Pongal!

Il Pongal è considerato una delle principali feste dell'India meridionale e viene celebrato principalmente nel Tamil Nadu. Secondo il calendario indù, cade durante l'inverno, quando il sole raggiunge gli estremi dell'emisfero meridionale e inizia a tornare nell'emisfero settentrionale. Il Pongal inizia il 15 gennaio e terminerà il 18 gennaio 2023. 

Significato 

Le feste di Pongal hanno un grande significato tra i tamilani. Questo mese è conosciuto come il mese Thai e gli abitanti del Tamil Nadu credono fermamente che questo mese porti cambiamenti positivi nella loro vita e che li liberi dai loro problemi. Questa è la stagione in cui si raccolgono colture come canna da zucchero, curcuma e riso. Si ritiene che questo mese sia di buon auspicio per matrimoni, fidanzamenti e tutte le attività religiose e spirituali. 

Storia 

Secondo la mitologia indù, il Signore Shiva inviò il suo toro, Nandi, sulla terra per chiedere ai mortali di fare un massaggio quotidiano con l'olio e un bagno e di mangiare una volta al mese. Ma Nandi disse che tutti dovevano fare un bagno d'olio una volta al mese e un pasto quotidiano. Questo fece arrabbiare il Signore Shiva che maledisse Nandi a vivere per sempre sulla terra. Il suo compito principale sarà quello di arare i campi e aiutare le persone a produrre più cibo. Per questo motivo, questo giorno è legato al bestiame e alla raccolta delle colture per un nuovo raccolto. 

1° giorno 

Il primo giorno del festival si celebra in onore del Signore Indra come Bhogi festival. Si dice che il Signore Indra sia il Dio della pioggia, per questo viene onorato per la prosperità della terra. 

In questo giorno, la gente getta gli oggetti domestici inutili nel falò fatto di legno e torte di sterco di mucca, per questo motivo viene anche osservato come Bhogi Mantalu. Si cantano canzoni in onore di Dio e le ragazze ballano intorno al falò. Per riscaldarsi durante il solstizio d'inverno, il falò viene acceso. 

2° giorno 

Il secondo giorno di carnevale, oltre al culto, si svolgono alcune cerimonie. Il riso viene bollito nel latte in una pentola di terracotta all'esterno della casa e viene offerto al Signore Sole insieme ad altre offerte. Le persone indossano i loro abiti e accessori tradizionali. Una pianta di curcuma viene legata alla pentola che deve essere usata per bollire il riso. Due bastoncini di canna da zucchero sono decorati sullo sfondo e i piatti sono arricchiti con cocco e banane. Il rituale più comune della Puja consiste nel tracciare davanti alla casa in modo tradizionale la polvere di calce bianca. Questo è il rituale principale che viene fatto dalle donne di casa dopo aver fatto il bagno. 

3° giorno 

Il terzo giorno del carnevale festivo è noto come Mattu Pongal, che è il giorno delle mucche. Le mucche vengono adorate dopo averle adornate con campane multicolori, fasce di fiori e campane tintinnanti. Dopo aver nutrito le mucche con il Pongal, vengono portate nei villaggi. Per scacciare il malocchio, le mucche vengono sottoposte ad aarti. 

4° Giorno

L'ultimo giorno del carnevale è noto come Knau o Kannum Pongal Day. Una foglia di curcuma viene lavata adeguatamente e poi viene posta a terra. Il residuo di dolce e Venn Pongal, riso ordinario, riso colorato, piantaggine, foglie di betel, noci di betel e due pezzi di canna da zucchero vengono posti su quella foglia dalla donna di casa prima di fare il bagno. Tutte le donne di casa si radunano nel cortile della loro casa. Al centro della foglia viene posto il riso e si prega affinché la famiglia del fratello fiorisca. Con acqua di curcuma, riso e calcare, si realizza aarti per i fratelli. E quest'acqua viene spruzzata sul kolam davanti alla casa.

Da "Times of India"

IL PAESE DELLE ARMI

L'Istituto Silvio De Pretto presenta IL PAESE DELLE ARMI, un libro di Giorgio Beretta "Falsi miti, zone grigie e lobby nell’Italia armata” (Edizioni Altreconomia)
Martedì 17 gennaio 2023 ore 20:00 - 22:00 appuntamento serale aperto alla cittadinanza presso l’Aula Magna dell’I.T.I.S. “Silvio De Pretto”

Alla presentazione interverranno:
don Maurizio Mazzetto di Pax Christi e un gruppo di giovani dell’istituto.
Introduce l’incontro il Dirigente Giovanni Rizzi
Il libro affronta, con rigore scientifico e sguardo lucido, i temi del possesso e della diffusione legale delle armi in Italia. Mette in discussione i falsi miti che li circondano (“È difficile ottenere una licenza per armi”). Sfata diverse credenze sulle armi (“Un’arma in casa rende tutti più sicuri”) riportando i dati sugli omicidi e i femminicidi con armi regolarmente detenute. Svela le zone grigie della detenzione di armi come la mancata trasparenza sul numero di possessori di armi e sulle armi in Italia.
Affronta, poi, alcuni luoghi comuni (“La produzione di armi ha un forte impatto economico e occupazionale”). Rivela, infine, cosa gravita attorno alla galassia dei legali detentori di armi, delle loro lobby e dei partiti che li sostengono.
Giorgio Beretta è analista del commercio di sistemi militari e di “armi leggere” e dei rapporti tra finanza e armamenti.
Da alcuni anni dedica particolare attenzione al tema della diffusione delle armi in Italia in relazione al fenomeno degli omicidi in famiglia e dei femminicidi. Svolge la sua attività di ricerca per l’Osservatorio permanente sulle armi leggere e le politiche di sicurezza e difesa (OPAL) di Brescia
parte della Rete italiana pace e disarmo.

venerdì 13 gennaio 2023

Addio a fratel Biagio Conte, anima buona di Palermo

Biagio Conte ha chiuso gli occhi in pace, accompagnato dalle preghiere nella Missione ‘Speranza e carità' a Palermo, cullato da tutto l’amore che ha seminato, in favore degli ultimi, nella sua vita terrena, che adesso ritorna in forma di benedizione.

Don Pino Vitrano, il sacerdote che l’ha sempre accompagnato, qualche giorno fa, ricordava: «Dopo il primo pellegrinaggio ad Assisi, sulle orme di San Francesco, si dedicò ai poveri di Palermo. Una sera passò dalla stazione, vide persone che dormivano all’addiaccio. Tornò a casa, prese un thermos, un Vangelo, un sacco a pelo e li raggiunse. Ai suoi genitori disse semplicemente: “Ora so quello che il Signore vuole da me”. Poi fondò la Missione di via Archirafi».

Fu il primo passo di una esistenza spesa per il prossimo, erano gli anni Novanta. Dopo sarebbero arrivate la Missione femminile e la Cittadella di via Decollati che possono accogliere, con via Archirafi, circa mille persone, sottratte al bisogno e alla strada. “Ogni comunità – si legge sulla pagina Facebook - è dotata di una cucina e di una mensa dove vengono distribuiti tre pasti al giorno (complessivamente circa 2.400 pasti al giorno); è inoltre garantita un’assistenza medica e farmaceutica per tutti i fratelli accolti e dei servizi docce e vestiario”.

giovedì 5 gennaio 2023

Seguire la stella


Nel nostro pellegrinaggio con i misteriosi Magi dell'Oriente siamo giunti a quel momento che san Matteo nel suo Vangelo ci descrive così: "Entrati nella casa (sulla quale la stella si era fermata), videro il bambino con Maria sua madre, e prostratisi lo adorarono" (Mt 2, 11). Il cammino esteriore di quegli uomini era finito. Erano giunti alla meta. Ma a questo punto per loro comincia un nuovo cammino, un pellegrinaggio interiore che cambia tutta la loro vita. Poiché sicuramente avevano immaginato questo Re neonato in modo diverso. Si erano appunto fermati a Gerusalemme per raccogliere presso il Re locale notizie sul promesso Re che era nato. Sapevano che il mondo era in disordine, e per questo il loro cuore era inquieto. Erano certi che Dio esisteva e che era un Dio giusto e benigno. E forse avevano anche sentito parlare delle grandi profezie in cui i profeti d'Israele annunciavano un Re che sarebbe stato in intima armonia con Dio, e che a nome e per conto di Lui avrebbe ristabilito il mondo nel suo ordine. Per cercare questo Re si erano messi in cammino: dal profondo del loro intimo erano alla ricerca del diritto, della giustizia che doveva venire da Dio, e volevano servire quel Re, prostrarsi ai suoi piedi e così servire essi stessi al rinnovamento del mondo. Appartenevano a quel genere di persone "che hanno fame e sete della giustizia" (Mt 5, 6). Questa fame e questa sete avevano seguito nel loro pellegrinaggio - si erano fatti pellegrini in cerca della giustizia che aspettavano da Dio, per potersi mettere al servizio di essa.

Benedetto XVI,
Colonia, Spianata di Marienfeld
Sabato, 20 agosto 2005

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mercoledì 4 gennaio 2023

Joyeux Noël - Una verità dimenticata dalla storia


Il film “Joyeux Noël - Una verità dimenticata dalla storia”, girato dal regista francese Christian Carion nel 2005, è ambientato nelle trincee del dicembre 1914 e racconta una delle tregue spontanee che nel Natale di quell’anno annunciarono al mondo e agli alti comandi politici e militari di Francia, Gran Bretagna e Germania che qualcosa di nuovo stava accadendo sul «fronte occidentale» di un conflitto che s’era acceso da appena cinque mesi, che sarebbe stata chiamata Grande Guerra e che papa Benedetto XV nell’agosto del 1917 avrebbe definito, in modo doloroso e indimenticabile, l’«inutile strage». Gli uomini schierati per uccidersi misero da parte le armi e cantarono il Natale insieme sulle note di Stille Nacht e di Adeste fideles. Celebrarono insieme la nascita di Cristo. In qualche caso improvvisarono anche partite di calcio, disarmando lo scontro, ritualizzandolo giocosamente e rendendolo inoffensivo. Qualcosa di così nuovo e potente che i “signori della guerra” corsero ai ripari, irrogando punizioni e trasferendo e riorganizzando i reparti militari protagonisti delle tregue spontanee. La cosa immensa di quegli eventi fu che nessuno li aveva programmati e nessuno li coordinava, ma avvennero, dentro un anelito e un “respiro” umano e cristiano che nei mesi e anni successivi quella guerra – come ogni guerra – avrebbe tentato di soffocare nei modi più orribili, e purtroppo con successo. Nel 1915 le tregue spontanee di Natale furono molte di meno o vennero rifiutate da una delle parti. E dal 1916 l’immane carneficina non conobbe soste. Le obiezioni alla guerra oggi come ieri vengono fatte a pezzi da chi ha tutte le ragioni del mondo per acconsentire al massacro e tutta l’arroganza necessaria per immaginarsi alla fine vincitore...

Sogno, come tantissimi, il miracolo di una tregua di Natale, chiunque sia a deciderla e a incominciarla. Una tregua che fermi le stragi e le sopraffazioni in ogni parte del mondo, e a cominciare quest’anno da quelle che piagano il cuore orientale d’Europa, opponendo due popoli di tradizione cristiana come i russi e gli ucraini. Anche le tregue possono essere contagiose. E riescono spesso a diventare i poveri semi di una pace da coltivare e custodire con umiltà, con pazienza e con visione. Ma penso anche che abbia ragione lei, caro dottor Spataro, a suggerire almeno qui in Italia un vasto e persino corale auspicio di pace in forma di film. Sarebbe un altro piccolo-grande miracolo di Natale. 

Marco Tarquinio, Direttore di Avvenire
10 dicembre 2022

domenica 1 gennaio 2023

Giornata mondiale della pace 2023. “Nessuno si salva da solo”

La Giornata mondiale della pace è stata istituita l’8 dicembre del 1967 e celebrata il 1º gennaio dell’anno successivo. A volere questa ricorrenza, con lo scopo di dedicare il primo giorno dell’anno alla riflessione e alla preghiera, è stato Papa Paolo VI. “Sarebbe Nostro desiderio che poi, ogni anno, questa celebrazione si ripetesse come augurio e come promessa – all’inizio del calendario che misura e descrive il cammino della vita umana nel tempo – che sia la pace con il suo giusto e benefico equilibrio a dominare lo svolgimento della storia avvenire” erano le parole del pontefice all’epoca.

Nel corso degli anni, tanti i temi raccontati in questa giornata. Ne citiamo alcuni: “Ogni uomo è mio fratello” del 1971, “Se vuoi la pace, difendi la vita” del ’77 e ancora, per ricordarne tra i più recenti: “Nel rispetto dei diritti umani il segreto della pace vera” (1999) e “Migranti e rifugiati: uomini e donne in cerca di pace” (2018).

“Assieme alle manifestazioni fisiche il Covid-19 ha provocato, anche con effetti a lungo termine, un malessere generale che si è concentrato nel cuore di tante persone e famiglie, con risvolti non trascurabili, alimentati dai lunghi periodi di isolamento e da diverse limitazioni di libertà”. Inoltre, “Non possiamo dimenticare come la pandemia abbia toccato alcuni nervi scoperti dell’assetto sociale ed economico, facendo emergere contraddizioni e disuguaglianze. Ha minacciato la sicurezza lavorativa di tanti e aggravato la solitudine sempre più diffusa nelle nostre società, in particolare quella dei più deboli e dei poveri”.

Un riferimento anche al conflitto ancora in corso: “La guerra in Ucraina miete vittime innocenti e diffonde incertezza, non solo per chi ne viene direttamente colpito, ma in modo diffuso e indiscriminato per tutti, anche per quanti, a migliaia di chilometri di distanza, ne soffrono gli effetti collaterali, basti solo pensare ai problemi del grano e ai prezzi del carburante”.