domenica 26 settembre 2021

VERSO UN “NOI” SEMPRE PIÙ GRANDE

La Chiesa celebra la Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato dal 1914. È sempre stata un’occasione per dimostrare la preoccupazione per le diverse categorie di persone vulnerabili in movimento, per pregare per loro mentre affrontano molte sfide, e per aumentare la consapevolezza sulle opportunità offerte dalla migrazione.

Ogni anno la GMMR viene celebrata l’ultima domenica di settembre; nel 2021, oggi 26 settembre. Il titolo scelto dal Santo Padre per il suo messaggio annuale è Verso un “noi” sempre più grande.

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Migrants refugees

sabato 25 settembre 2021

Guida per l'ecologia integrale

Lo scorso 23 settembre FOCSIV annunciava la pubblicazione della “Guida per l’Ecologia Integrale”, elaborata in collaborazione con l’Ufficio nazionale per i problemi sociali e il lavoro della Conferenza Episcopale Italiana e con diverse altre organizzazioni e reti del mondo cattolico e non solo.

La pubblicazione è innanzitutto un messaggio di speranza. L’Ecologia Integrale è possibile. E’ una realtà generativa di una casa comune accogliente e in pace con la natura e il Creatore. Questo è il messaggio fondamentale della Guida che raccoglie 20 casi concreti di attività economiche e sociali di cura dell’ambiente, che diverse Diocesi italiane hanno sostenuto in questi ultimi anni, a seguito del messaggio dell’Enciclica Laudato Sì.

Segno di dialogo e di speranza per tutta la società italiana, per uno sviluppo umano integrale e sostenibile. E’ giunto il momento di cambiare i nostri stili di vita e un sistema insostenibile.

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venerdì 24 settembre 2021

Marcia Perugia-Assisi 2021: la cura è il nome nuovo della pace

 
Compie 60 anni l'iniziativa che ogni anno coinvolge migliaia di persone in un percorso che rende visibile la volontà comune di un mondo più fraterno. Guardando all'umanità che soffre le conseguenze del Covid, del cambiamento climatico e di infinite guerre e violenze, l'edizione di quest'anno propone lo slogan "I Care" come impegno quotidiano e criterio delle scelte politiche. 

Sarà un’edizione speciale quella della Marcia Perugia-Assisi per la pace e la fraternità che si svolgerà il 10 ottobre prossimo. Con uno sguardo al percorso compiuto in 60 anni e con la mente e il cuore proiettati nei progetti futuri. Quella vissuta dagli ideatori dell’iniziativa, a cui man mano si sono aggregati sempre più numerosi singoli cittadini, gruppi, associazioni, diocesi, scuole, enti locali e sindacati, è una lunga storia d’impegno per la pace e i diritti umani, fatta da donne e uomini che in questo obiettivo hanno creduto. 
Il cammino è iniziato il 24 settembre 1961, grazie al perugino Aldo Capitini, filosofo, politico, antifascista, poeta ed educatore, tra i primi in Italia a raccogliere e teorizzare il pensiero nonviolento gandhiano, e si è presentata l’edizione di quest’anno che ha come titolo “I Care”. 
La Settimana della Pace avrà inizio con la festa di San Francesco d’Assisi il 4 ottobre.

Leggi l'intervista di Adriana Masotti, su Vaticanews

giovedì 23 settembre 2021

PREGHIERA PER LA GIORNATA DEL CREATO 2021

Benedetto sei tu Dio, 

Creatore e Padre dell’universo. 

Tu hai fatto belle tutte le cose, 

segno e impronta della tua bontà.

Hai soffiato sulle acque il tuo alito di vita

e hai fatto dei venti i tuoi messaggeri.

Hai plasmato la terra, informe e deserta,

con i colori dei fiori e con i frutti degli alberi

l’hai resa casa per le tue creature terrestri e alate.

Hai fatto del mare uno scrigno abbondante 

di vita e biodiversità, specchio di identità 

e ponte di dialogo e accoglienza tra le sponde della terra.

Tutto hai affidato all’uomo e alla donna, 

tue amate creature, perché attraverso il lavoro 

custodissimo l’immensa opera della creazione.

Quando noi dimentichiamo questa vocazione, 

sfiguriamo la natura e le infliggiamo ferite 

che si ritorcono contro l’umanità.

Torni, Padre, il tuo Spirito a ridare giovinezza e vitalità

al volto di questa terra solcato da stanchezza

e al nostro cuore indurito dal peccato.

La tua Chiesa, avvolta dallo Spirito di Pentecoste,

sappia accogliere il grido della terra e dei poveri,

affinché, unita alla passione di Cristo, 

riceva dal Risorto la gioia generativa della vita nuova

e si offra promotrice di giustizia e di pace per tutti.

Nella cesta della nostra fragilità,

insieme ai frutti della terra e del nostro lavoro,

tuo dono e segno della tua generosità che mai viene meno,

deponiamo il nostro impegno a riconoscerci tutti fratelli e sorelle, 

affinché si manifesti il nostro essere figli e figlie nel Figlio Gesù,

in profonda comunione con te, Padre, 

benedetto nei secoli.

Amen.

martedì 21 settembre 2021

Strike for future - 24 settembre 2021

 

SAREMO RICORDATƏ COME COLORO CHE, DI FRONTE AD UN’ENORME CRISI GLOBALE, SI RIMBOCCARONO LE MANICHE PER RISOLVERLA?
Quest’anno, in autunno, si terrà la Cop 26, la conferenza mondiale a cui ogni Stato dovrà portare i propri impegni per la riduzione delle emissioni e per la risoluzione della crisi climatica. È necessario che i paesi del mondo collaborino fra loro, portando i loro obiettivi più ambiziosi. Sarà un momento storico. Anzi, dovrà esserlo, lo dobbiamo rendere possibile attraverso il più grande strumento che tuttə noi abbiamo: l’attivismo.

Su di noi, giovani e adulti del 2021, pesa una responsabilità, ma anche una grande opportunità: cambiare la storia prima che essa cambi noi. Uniamo le energie e la passione in un unico grande momento coordinato in tutto il mondo, prima della Cop 26: venerdì 24 settembre 2021.

Siamo unitə nella nostra lotta per la giustizia climatica, ma dobbiamo riconoscere che non tuttə ne subiamo le stesse conseguenze, né per tipo né per gravità.
La crisi climatica non è una crisi isolata. Tensioni socio-economiche come il razzismo, il sessismo, l’abilismo, le disparità sociali ed economiche, sono tutti fenomeni che amplificano gli impatti della crisi climatica e che, viceversa, saranno amplificati da essa.

 I MAPA (Most Affected People and Areas, le persone e le aree più colpite) stanno già vivendo le conseguenze peggiori della crisi climatica senza possibilità di adattamento. Questo a causa di élite privilegiate del Nord globale, che hanno distrutto le terre dei MAPA attraverso il colonialismo, l’imperialismo, le ingiustizie sistemiche e una voracità senza freno, vera causa del riscaldamento globale. Come per la pandemia da Covid-19 e in tutte le grandi crisi della storia, i paesi sovrasfruttati e le persone emarginate vengono sistematicamente abbandonate a loro stesse.

Da Fridaysforfuture Italia

lunedì 20 settembre 2021

Centenario di Paulo Freire


Nato a Recife il 19 settembre 1921 a Recife, Paolo Freire fu uno dei più grandi pedagoghi del nostro tempo. Il suo messaggio può essere sintetizzato in questa frase:

"Nessuno educa nessuno,
nessuno si educa da solo,
gli uomini si educano insieme,
con la mediazione del mondo".

La dittatura militare del Brasile nel '64 bloccò la straordinaria rivoluzione culturale di Paulo Freire. Questo scrittore che pubblicò 25 libri sull'educazione e 6.000 articoli, aveva elaborato un metodo di alfabetizzazione che in sole 40 ore insegnava agli adulti non solo a leggere e scrivere, ma soprattutto a capire un po' meglio il mondo nel quale vivevano. Scelto dal governo Goulart come responsabile del Plano Nacional de Alfabetizaçâo, prometteva di alfabetizzare in dodici mesi 6 milioni di brasiliani (che quindi sarebbero stati in grado di votare l'anno seguente). Se si pensa che nel '63 gli elettori erano meno di 12 milioni, si capisce quale importanza politica avesse tale programma. Con l'appoggio del governo, delle correnti politiche di sinistra e della Chiesa, Freire iniziò la formazione di 20.000 circoli culturali, che avrebbero reso possibile il piano. Questa pagina di storia però non venne mai scritta, perchè il "golpe militar" cancellò il piano e incarcerò il "pericoloso" pedagogo, che in seguito preferì la via dell'esilio in Cile. Durante i primi quattro anni come membro del governo, scrisse "La pedagogia degli oppressi" e "L'educazione come pratica della libertà" (pubblicati in Italia da Arnoldo Mondadori), che costituiscono la riflessione teorica sul tema dell'alfabetizzazione. Se le sue idee fossero state applicate in Brasile, certamente una regione come il Paraiba non avrebbe registrato, 30 anni più tardi, la vergognosa quota del 46,85% di analfabetismo tra i suoi abitanti. 

Ma che cosa c'era di così rivoluzionario nel metodo educativo di questo pedagogo?
Partendo dalla premessa che l'uomo non è un essere astratto, ma radicato nel tempo e nello spazio, Freire analizza le varie relazioni che intercorrono tra queste tre componenti a partire dall'esperienza di ogni giorno. Da tale "osservatorio" anche le persone più semplici sono in grado di fare una lettura della realtà, scoprendo gli inganni di cui sono vittime e iniziando così un processo di liberazione. A questo tipo di educazione Freire contrappone quella che definisce "educazione bancaria", secondo la quale le persone si dividono tra coloro che sanno e coloro che non sanno.
Ai primi spetta comunicare agli altri il frutto del loro sapere, trasmettere loro la sicurezza che credono di possedere, insieme alle norme di comportamento.
Ai secondi si richiede l'umiltà di imparare, obbedire ed eseguire quanto viene loro detto. Tale visione, secondo Freire, adottata da ogni tipo di dominatore, lascia il mondo esattamente come lo trova, perchè riduce l'uomo a un mero esecutore di ordini.
Lui invece propone la "pedagogia degli oppressi", che partendo dalla consapevolezza che l'azione di educare è indissolubilmente legata a quella dell'imparare, si propone non tanto di conoscere, quanto di trasformare la realtà. In questa nuova visione, il maestro insegna e impara e l'alunno impara e insegna, e se entrambi hanno mantenuto la principale caratteristica dell'uomo, cioè la capacità di stupirsi di fronte alle meraviglie della natura e della storia, saranno in grado non solo di interpretare gli avvenimenti, ma anche di produrre dei cambiamenti significativi nella storia. Solo in questo modo, secondo Freire, l'uomo realizza la propria vocazione di trasformare il mondo. Convinto che ogni forma di dominazione fa male non solo all'oppresso ma anche all'oppressore, esemplifica dicendo che se lui volesse imporre alla moglie le proprie opinioni instaurerebbe un rapporto d'amore patologico, assumendo lui il ruolo del sadico e lei quello della masochista. L'immagine qui riprodotta si trova nel best-seller di Freire, tradotto in 35 lingue: "La pedagogia degli oppressi". Il successo di questo brasiliano all'estero e l'attualità del suo messaggio, non derivano dal fatto che abbia esportato un metodo di alfabetizzazione più facile e rapido dei tanti già esistenti, quanto che abbia reso capace una nuova generazione di esercitare pienamente i propri diritti sociali e civili, modificando la società e dando un senso alla propria esistenza.

Da Giovaniemissione, tratto dalla rivista Popoli

domenica 19 settembre 2021

Gli psicologi stanno imparando ciò che la religione sa da anni

Wired pubblica un articolo sul libro "Come funziona Dio: La scienza dietro i benefici della religione" di David DeSteno. 

Spesso ci si è posti la domanda se le pratiche religiose abbiano un valore riconoscibile dal punto di vista scientifico. Per esempio la scienza ha dimostrato che la pratica religiosa può influire sullo stato di salute, facendo ammalare meno e guarire prima: fra i primi studiosi ad averne parlato c’è l’americano Herbert Benson, cardiologo dell’Università di Harvard, negli anni Settanta del secolo scorso.

David DeSteno, professore di psicologia alla Northeastern University, ammette che, nonostante sia cresciuto cattolico, non ha prestato molta attenzione alla religione. Come molti scienziati, ha pensato che il pensiero religioso fosse costruito su opinioni, congetture o speranze, e quindi fosse irrilevante per il suo lavoro. 

Da 20 anni sta conducendo un laboratorio focalizzato sulla ricerca di modi per migliorare la condizione umana, utilizzando gli strumenti della scienza per individuare tecniche che possono aiutare le persone ad affrontare le sfide che la vita pone loro. Qui si è reso conto che molto di ciò che psicologi e neuroscienziati stanno scoprendo su come supportare le convinzioni, i sentimenti e i comportamenti delle persone - come sostenerli quando sono in lutto, come aiutarli a essere più etici, come consentire loro di trovare connessione e felicità - fa eco a idee e tecniche che le religioni hanno usato per migliaia di anni.

Il laboratorio ha scoperto, ad esempio, che far praticare alle persone la meditazione buddista per un breve periodo le rende più gentili. Dopo sole otto settimane di studio con un lama buddista, il 50 percento a cui è stato chiesto di meditare quotidianamente ha aiutato spontaneamente uno sconosciuto nel dolore. Solo il 16% di coloro che non hanno meditato ha fatto lo stesso. La compassione non era limitata agli estranei, però, si applicava anche ai nemici. Un altro studio ha mostrato che dopo tre settimane di meditazione, la maggior parte delle persone si è astenuta dal cercare vendetta su qualcuno che li ha insultati, a differenza della maggior parte di coloro che non hanno meditato. 

Altro ambito: la gratitudine, per esempio, è un elemento chiave di molte pratiche religiose. I cristiani spesso ringraziano prima di un pasto; gli ebrei rendono grazie a Dio con la preghiera Modeh Ani ogni giorno al risveglio. L'atto di ringraziare, anche in un contesto laico, rende le persone più virtuose. In uno studio in cui le persone potrebbero ottenere più soldi mentendo sui risultati di un lancio di una moneta, la maggioranza (53 percento) ha imbrogliato. Ma quella cifra è diminuita drasticamente per le persone a cui abbiamo chiesto per la prima volta di recitare le loro benedizioni. Di questi, solo il 27% ha scelto di mentire. Quando provano gratitudine verso qualcuno, per il destino o per Dio, le persone diventano più disponibili, più generose e anche più pazienti.

Anche azioni molto sottili, come muoversi insieme in modo coordinato, possono esercitare un effetto significativo sulla mente. Vediamo la sincronia in quasi tutte le religioni del mondo: buddisti e indù spesso cantano insieme in preghiera; Cristiani e musulmani regolarmente si inginocchiano e stanno in piedi all'unisono durante il culto; gli ebrei spesso ondeggiano, oscillano, quando recitano insieme le preghiere. Queste azioni celano uno scopo profondo: creare connessione. In un esperimento si è notato che coloro che riescono a muoversi all'unisono, hanno riferito di provare più connessione e compassione per il loro partner che erano in difficoltà, il 50 percento di loro ha deciso di dare una mano al partner.

Gli effetti combinati di elementi semplici come questi, quelli che cambiano il modo in cui ci sentiamo, ciò in cui crediamo e da chi possiamo dipendere, si accumulano nel tempo. E quando sono incorporati nelle pratiche religiose, la ricerca ha dimostrato che possono avere proprietà protettive. La partecipazione regolare alle pratiche religiose riduce l'ansia e la depressione, aumenta la salute fisica e riduce persino il rischio di morte prematura. Questi benefici non derivano semplicemente dal contatto sociale generale. C'è qualcosa di specifico nelle pratiche spirituali stesse.

La sorpresa provata quando il team di psicologi ha visto le prove dei benefici della religione ha smascherato una tendenza comune tra gli scienziati: ritenere che la religione sia superstizione e, quindi, incapace di offrire benefici pratici. Ci sono aspetti scientifici estranei all'approccio religioso, come la natura dell'universo o l'origine biologica della malattia. Ma quando si tratta di trovare modi per aiutare le persone ad affrontare questioni riguardanti nascita e morte, moralità e significato, dolore e perdita, sarebbe strano se migliaia di anni di pensiero religioso non avessero qualcosa da offrire.

Leggi l'articolo integrale

sabato 18 settembre 2021

Una pianta che non ha mai fatto male a nessuno?

500mila firme raccolte a tempo di record per andare al voto nella primavera del 2022 su un referendum per legalizzare l'uso e la coltivazione della Cannabis.
Dice un portavoce dell'Associazione Luca Coscioni che un milione e mezzo di persone sono state portate davanti al prefetto per la detenzione di "una pianta che non fa male a nessuno".
Secondo l’ultima relazione del Parlamento, nel 2020 alle Prefetture sono pervenute 32.879 segnalazioni per detenzione di sostanze psicotrope per uso personale (un terzo dei segnalati ha più di 40 anni e il 9,4% è minorenne), il 74% di queste ha riguardato cannabis. Mentre il 43% delle persone denunciate per reati collegati alla droga, fa riferimento alla cannabis e suoi derivati.
Ma siamo sicuri che non faccia male a nessuno?
La cannabis è legalizzata in Canada e in diversi stati degli Usa. In molti altri paesi, come in Italia, l’uso della marijuana non è legalizzato, ma depenalizzato, cioè consentito per uso medico e privato. Nei paesi in cui la marijuana è legalizzata, la si può vendere, di regola, solo a chi ha almeno 21 anni. 
Il dilemma non è politico, ma sanitario e sociale. 
L'uso terapeutico
L'effetto positivo è finalizzato al trattamento del dolore cronico, all'aumento dell'appetito e diminuzione della perdita di peso associata all'HIV / AIDS. Può migliorare i sintomi della spasticità della sclerosi multipla. Dolori, nausea e vomito si possono comunque curare meglio con medicamenti privi di rischi. 
La marijuana non è, come si crede, un tranquillante: nel 2018, in Svizzera, i consumatori di cannabis responsabili di violenze fisiche sono stati il quadruplo degli psicopatici per altra causa.
Non possiamo parlare di droghe innocue: esse, infatti, per modificare lo stato dell’umore, agiscono sul cervello. Il danno immediato, nel caso di marijuana a basso dosaggio, può essere modesto, ma se ripetuto, come nella dipendenza, può essere significativo.
Da sottolineare che fino a metà degli anni '80 la marijuana conteneva il 2% dell’agente psicoattivo THC (tetraidrocannabinolo), quella in circolazione legale oggi ne contiene il 25%.
L'illusione del controllo 
"Se la cannabis è legale si toglie il campo ai contrabbandieri e lo Stato può controllare la filiera", si dice tra le motivazioni a favore della legalizzazione.
Nei paesi in cui la marijuana è stata legalizzata, il consumo è di molto salito, anche perché la diffusione ne ha abbassato il prezzo. Parallelamente è aumentato il numero d’incidenti stradali mortali dovuti alla condizione mentale da THC. Il consumo aumenta soprattutto fra i giovani, e il suo effetto nocivo è più forte, perché agisce su cervelli in via di sviluppo.
Inoltre, siamo sicuri che l'uso di cannabinoidi a scopo ricreativo non apra poi all'uso di altre sostanze di sintesi dagli effetti più devastanti a livello psicofisico? 
Il messaggio più drammatico della pubblicazione dell’Accademia di Medicina è che l’uso della cannabis «aumenta il rischio della schizofrenia e di altre psicosi in proporzione al consumo». Allo stesso modo delle altre le droghe, la marijuana è una delle cause epigenetiche della demenza.
Come sempre, liberi di pensarla come si vuole, ma non facciamo errori di sottovalutazione spinti da effimere promesse di libertà.
 
da un articolo di di Arnaldo Benini,
professore emerito di neurochirurgia e neurologia dell'Università di Zurigo
Sole 24 ore, 19 febbraio 2019 

giovedì 16 settembre 2021

Fiaccolata e raccolta fondi dopo l'ennesimo femminicidio

  

E' giusto indignarsi, giusto manifestare, parlare e riflettere su un tema che non smette purtroppo di occupare le pagine della cronaca, stavolta anche nel Vicentino, e due volte nella stessa settimana.

Storie di ragazze, donne, mamme, la cui vita viene interrotta violentemente a causa di una cieca aggressione. E' importante che ciascuno si guardi dentro e colga l'opportunità di liberarsi dalla rabbia che porta a gesti distruttivi e autodistruttivi.

Il Centro di ascolto uomini maltrattanti (CAM) è una Associazione Onlus che nasce a Firenze il 17 novembre 2009. Si sviluppa come progetto sperimentale Cesvot Innovazione nel Gennaio 2009, promosso dall'Associazione Artemisia e con la collaborazione della Asl 10 di Firenze.

È un luogo ed un riferimento per quegli uomini che vogliono intraprendere un percorso di cambiamento ed assumersi la responsabilità del loro comportamento di maltrattamento fisico e/o psicologico, economico sessuale, di stalking.
-> Test sui comportamenti controllanti

I centri antiviolenza sono luoghi in cui si offre consulenza accogliendo le donne che hanno subito violenza. Alla base del lavoro dei Centri c’è una profonda conoscenza delle cause della violenza e delle conseguenze che ha sulle vittime. La violenza alle donne deve essere considerata e analizzata tenendo conto del contesto storico, sociale e politico delle relazioni di genere.

I Centri Antiviolenza costituiscono la risposta più coordinata e organizzata al fenomeno della violenza contro le donne in Italia, delle quali ne rappresentano diritti e interessi.

Diciamo insieme NO alla violenza!

Messaggio del vescovo Beniamino Pizziol

mercoledì 15 settembre 2021

Yom Kippur, una lezione per la collettività

Lo Yom Kippur, è considerato il giorno più sacro e solenne del calendario ebraico. 

I fedeli, nel segno delle misure anti-covid, si sono recati al Kotel (il Muro Occidentale a Gerusalemme) per recitare le Selichot, le poesie penitenziali. Il Presidente israeliano Isaac Herzog ha dichiarato che per le strade deserte si “respira un’atmosfera di purezza e perdono”. “Yom Kippur è un giorno di perdono” e “porta con sé una tradizione di riconciliazione e unità”, “gli avversari più duri si perdonano reciprocamente. Offensore e offeso si stringono la mano in segno di pace. L’odio abbassa le sue fiamme e l’amore rompe i confini”. Rivolgendosi a Israele così come a tutto il mondo ebraico, Herzog ricorda che “la capacità di perdonare le offese e perdonare le ingiustizie, oltre ad essere condizione necessaria per un corretto stile di vita tra una persona e il suo prossimo, è una componente essenziale anche nella nostra vita pubblica”.

Il rabbino capo Lau ha poi nuovamente invitato chi non si è ancora vaccinato a farlo. Chi sceglie di non vaccinarsi, ribadisce il rav, “gioca con la propria vita e con quella degli altri. Corrette a vaccinarsi, ogni giorno di ritardo è un giorno perso”. 

Lunedì 6 settembre è stato Rosh haShana, l'inizio del nuovo ano ebraico, il 5782 “Yom Kippur (giorno dell'espiazione) è uno Yom Tov (giorno santo) perché siamo fiduciosi sul fatto che Hashem (il Nome) risponderà alle nostre preghiere e ci benedirà con un buon anno nuovo”. 

Da Moked

martedì 14 settembre 2021

La caccia tradizionale alle isole Faroe

 

Alle isole Faroe sono stati uccisi 1.428 delfini durante la tradizionale caccia alle balene che si svolge da secoli nel paese. Le immagini che mostrano i cadaveri dei mammiferi sulla sulla battigia di Skalabotnur a Eysturoy e il mare color rosso sangue sono state pubblicate da Sea Shepherd, che conduce una campagna per fermare la tradizionale caccia faroese Grind dagli anni Ottanta. La grindadráp è una caccia tradizionale dei piccoli cetacei praticata nelle isole Faroer dall’arrivo dei vichinghi e consiste nel trascinare i cetacei a riva e poi macellarli con arpioni, coltelli e in qualche caso anche trapani. Ogni anno, riporta la Bbc, si sgozzano circa 600 balene e 35-40 delfini. Quella di quest’anno però ha avuto numeri senza precedenti. «È stato un grande errore», ha ammesso il presidente dell’associazione dei balenieri delle isole, Olavur Sjurdarberg. Secondo i media locali, la popolazione ha avuto una reazione «di smarrimento e shock a causa del numero straordinariamente grande» di delfini uccisi. Ma un sondaggio effettuato dalla tv pubblica Kringvarp Foroya ha rivelato che mentre il 50% delle persone è contraria alla caccia dei delfini, l’80% è favorevole a quella delle balene. Uccidere i delfini è «legale ma non è popolare», ha detto alla Bbc Sjurdur Skaale, deputato danese delle Isole Faroe. Lunedì Skaale ha visitato la spiaggia di Skalabotnur per parlare con i nativi: «La gente era furiosa», ha detto. Ma il deputato ha difeso la tradizione della caccia, che ha definito “umana” se eseguita nel modo giusto. Ovvero utilizzando una lancia appositamente progettata per tagliare il midollo spinale della balena o del delfino prima del collo. Con questo metodo ci vuole «meno di un secondo» per uccidere una balena o un delfino. 

Da Open

14 settembre 1321: 700 anni fa moriva Dante Alighieri

Nato come Durante di Alighiero degli Alighieri, universalmente riconosciuto come il "sommo poeta" e padre della lingua italiana, quest'anno viene celebrato nel suo 700° anniversario.
Proprio grazie alle sue “La Divina Commedia” e “Il De Vulgari Eloquentia” la lingua italiana ha potuto svilupparsi ed emanciparsi dalla lingua latina che fino a quel momento era considerata la lingua principe del suolo italiano.
Ha avuto una vita avventurosa, tra impegno letterario e politico (era un Guelfo Bianco)  esiliato dalla natia Firenze nel 1304 dopo uno scontro con Papa Bonifacio VIII e “ospite” delle più importanti corti italiane del periodo tra cui la Verona di Cangrande della Scala.
L’esilio durò fino alla morte del sommo poeta avvenuta nella notte tra il 13 e il 14 settembre 1321 a Ravenna, dove Dante era ospite della corte di Guido da Poletta podestà della città ravennate.
Fin dalla metà del XIV secolo Boccaccio iniziò a diffondere in maniera capillare il culto Dantesco.

Vogliamo ricordarlo con una citazione celebre, tratta dal ventiseiesimo canto dell'Inferno:

"Considerate la vostra semenza:
fatti non foste a viver come bruti
ma per seguir virtute e canoscenza"
Potrebbe essere la sintesi del profondo pensiero di Dante, il quale considerava la ricerca e il conseguimento delle virtù e della conoscenza, cioè del sapere trascendente, la vera ragione dell'esistenza umana.

mercoledì 8 settembre 2021

La Rai per l'Afghanistan: due film da Oscar per ragazzi e studenti

In segno di vicinanza alle ragazze e ai ragazzi afghani e per fornire al pubblico più giovane una chiave di lettura degli avvenimenti di queste settimane, Rai Ragazzi avvierà una programmazione speciale su Rai Gulp (canale 42 del digitale terrestre).

Sabato 18 settembre, primo week end dopo la riapertura delle scuole, Rai Gulp trasmetterà alle 20.30 in prima visione il film d’animazione “I Racconti di Parvana”, film candidato all’Oscar 2018, coprodotto da Angelina Jolie, sulla storia di una ragazza undicenne che sotto il primo regime dei talebani indossa abiti da ragazzo per ricercare suo padre e salvare la sua famiglia. Tratto dal libro di Deborah Ellis “Sotto il burqa”.

Il successivo sabato 25 settembre, sulla stessa rete e alla stessa ora, andrà in onda il film vincitore dell’Oscar 2020 nella categoria documentari: “Learning to skateboard in a war zone (if you are a girl)”. “Imparare lo skateboard in una zona di guerra (se sei una ragazza)” mostra la quotidianità delle ragazze afghane nel 2019, in famiglia e in società, impegnate nella difficile lotta per i propri diritti e contro la violenza di genere. In una scuola di Kabul, le ragazze, oltre a leggere e scrivere, imparano a lanciarsi e fare evoluzioni con gli skate.

domenica 5 settembre 2021

Giornata del Creato

La prima domenica di settembre si celebra la 16ª Giornata Nazionale per la Custodia del Creato che vede comunque una prosecuzione per tutto il mese fino a domenica 3 ottobre.

L’appuntamento di quest’anno è particolarmente significativo perché vede la Chiesa italiana in cammino verso la 49ª Settimana Sociale dei cattolici italiani, che avrà per titolo «Il pianeta che speriamo. Ambiente, lavoro, futuro. #tuttoèconnesso».

« Il cambiamento climatico continua ad avanzare con danni sempre più grandi e insostenibili. Non c’è più tempo per indugiare: ciò che è necessario è una vera transizione ecologica che arrivi a modificare alcuni presupposti di fondo del nostro modello di sviluppo» (Instrumentum Laboris, n. 20).

Saper leggere i segni dei tempi ci fa accorgere di vivere un cambiamento d’epoca. In questo contesto diventa necessaria una transizione che trasformi in profondità la nostra forma di vita, per realizzare quella conversione ecologica cui invita il l’Enciclica Laudato si’ di Papa Francesco.

Si tratta di riprendere coraggiosamente il cammino, lasciandoci alle spalle una insostenibile ‘normalità’, per ricercare un diverso modo di essere, animato da amore per la terra e per le creature che la abitano. Una cura per la casa comune che corrisponda sempre meglio all’immagine del Dio Padre che si prende cura di ognuno/a. Questo cambiamento si attiva solo se costruito assieme, nella speranza.

« Insieme è la parola chiave per costruire il futuro: è il noi che supera l’io per comprenderlo senza abbatterlo, è un rinnovato patto tra le generazioni, è il bene comune fatto realtà e non proclama, azione e non solo pensiero» (IL, n. 29). Il bene comune diventa globale perché abbraccia anche la cura della casa comune. Occorre un discernimento attento per cercare assieme come realizzarlo, in uno stile sinodale che valorizzi competenza e partecipazione, attento alle nuove generazioni, che apra al futuro.