martedì 29 luglio 2025

Giubileo dei giovani

Da lunedì 28 luglio sono arrivati i primi pellegrini che parteciperanno al Giubileo dei Giovani 2025 in programma fino al 3 agosto a Roma. Oggi, martedì 28 luglio, alle 19:00 a San Pietro ci sarà la Messa di benvenuto.

L’evento, ufficialmente, è già iniziato nella giornata di ieri quando, tra l’altro, papa Leone XIV ha incontrato una delegazione di giovani dal Perù, la terra di cui il pontefice è stato missionario per lungo tempo. “Vi accolgo in questa casa di Pietro – ha detto il papa - dove venite come pellegrini di speranza, voi tutti siete pellegrini di speranza, e venite per incontrare migliaia di altri giovani e per celebrare insieme il Giubileo”, ha aggiunto il Santo Padre nel suo saluto.

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lunedì 28 luglio 2025

Il prete più "seguito" al mondo

Ieri è iniziato il primo Giubileo degli influencer e dei missionari digitali, coloro che ogni giorno abitano il continente digitale con uno scopo preciso: annunciare Cristo là dove le persone vivono, amano, soffrono e cercano senso. Tra le oltre mille persone arrivate a Roma da più di quaranta Paesi, uno dei volti più riconoscibili è quello di padre Heriberto García Arias, il sacerdote messicano con oltre due milioni di follower, il “prete più seguito al mondo”. Ma lui, i numeri, non li conta. «Per me essere influencer non è una medaglia… è una croce che illumina il mio ministero. I follower sono tanti, ma non si tratta di contare numeri... non sono like: sono anime. Ogni messaggio è una ferita che cerca una risposta, ogni follower è una storia che merita di essere ascoltata», afferma il sacerdote originario della diocesi di San Juan de Los Lagos.

sabato 26 luglio 2025

Migranti, missionari di speranza

I migranti sono una benedizione divina in un mondo in cui sono necessarie la condivisione e la cooperazione contro ogni forma di chiusura e di nazionalismo. E le nazioni devono accoglierli come messaggeri di speranza. La forza del discorso di papa Leone XIV, diramato per la 111° Giornata mondiale del migrante e del rifugiato del 4 e 5 ottobre, è quella di ribaltare in modo spiazzante la nostra prospettiva prendendo come esempio la speranza fortissima che anima il cammino dei migranti e che deve animare il Giubileo.

Il primo Papa nordamericano stigmatizza la tendenza generalizzata a curare esclusivamente gli interessi di comunità circoscritte perché questo «costituisce una seria minaccia alla condivisione di responsabilità, alla cooperazione multilaterale, alla realizzazione del bene comune e alla solidarietà globale a vantaggio di tutta la famiglia umana». Chiusure pericolose, come la rinnovata corsa agli armamenti - tema caro ai predecessori – e di fronte alle teorie di <<<devastazione globale e scenari spaventosi» il rimedio è far crescere il desiderio di pace nel cuore dei più.

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martedì 22 luglio 2025

La condizione delle comunità cristiane in Nigeria

La situazione dei cristiani in Nigeria resta critica e allarmante, soprattutto nelle regioni settentrionali e centrali del Paese, caratterizzate da una crescente insicurezza e violenze che spesso assumono i contorni di persecuzioni sistematiche.

Violenza e persecuzioni
Tra novembre 2022 e novembre 2024, quasi 10.000 cristiani sono stati uccisi nel Paese da gruppi estremisti islamici, in particolare Boko Haram, ISWAP (Stato Islamico della Provincia dell’Africa Occidentale) e milizie armate di pastori Fulani. La Nigeria, secondo Global Christian Relief, è al primo posto per uccisioni, rapimenti e attacchi contro i cristiani.
Oltre agli omicidi, molte comunità cristiane subiscono rapimenti a scopo di riscatto, stupri, distruzione di proprietà, incendi di chiese e villaggi e continua pressione per abbandonare la fede.
Nei 12 stati del nord in cui vige la sharia, i cristiani affrontano discriminazioni istituzionali e difficoltà nell’accesso all’istruzione e al lavoro, così come nella partecipazione politica.
Sono oltre 124.000 i cristiani sfollati con la forza e più di 2.100 chiese attaccate in un solo anno.

Cause e contesto
La diffusione dell’ideologia estremista negli ultimi decenni ha eroso le precedenti condizioni di convivenza: oggi la vita dei cristiani è resa precaria in molte aree, mentre l’impunità per i responsabili delle violenze favorisce la recrudescenza degli attacchi.
Alla base delle violenze vi sono motivazioni religiose, ma anche economiche e territoriali (occupazione di terre da parte di pastori Fulani).

Denunce e pressioni internazionali 
La persecuzione dei cristiani in Nigeria è stata oggetto di interrogazioni e richieste di chiarimenti al vicepresidente della Commissione Europea/alto rappresentante per gli Affari esteri, chiedendo quali azioni concrete l’UE intenda intraprendere per la tutela dei fedeli cristiani.
Diverse ONG e fondazioni (come Open Doors, ACS, Global Christian Relief) portano avanti campagne di sensibilizzazione presso le istituzioni occidentali affinché siano esercitate pressioni diplomatiche e si vincolino fondi e aiuti alla tutela dei diritti umani in Nigeria.
L’episcopato cattolico locale ha più volte denunciato l’inerzia del governo nigeriano e chiesto all’ONU, all’UE e ai Paesi occidentali di prendere posizioni forti, parlando apertamente di genocidio e islamizzazione forzata.

Nonostante la mobilitazione della società civile e di una parte della politica internazionale, i risultati pratici delle pressioni sono ancora limitati. Spesso mancano meccanismi di controllo e vincoli effettivi sulle autorità nigeriane, e permangono divergenze internazionali sull’interpretazione delle cause delle violenze e sulle misure di intervento più efficaci.

giovedì 17 luglio 2025

Gaza, colpita chiesa cattolica

E’ stata colpita da un raid la chiesa della Sacra Famiglia a Gaza. Padre Gabriel Romanelli, il parroco che spesso sentiva al telefono Papa Francesco per raccontargli della guerra, è rimasto leggermente ferito ad una gamba. La chiesa della Sacra Famiglia è l’unica chiesa cattolica nell’enclave palestinese.

Il Patriarcato latino di Gerusalemme conferma che l’attacco alla chiesa cattolica della Sacra Famiglia a Gaza ha provocato almeno tre vittime. Fonti del Patriarcato di Gerusalemme confermano infatti all’Ansa che uno dei feriti è deceduto, portando così a tre il numero delle vittime. In totale quindi, ci sono almeno 3 morti e 10 feriti, tra cui il parroco, don Gabriel Romanelli.

mercoledì 16 luglio 2025

La religione dei Drusi

La religione dei drusi (o drusismo) è una fede monoteista nata tra l’XI e il XII secolo come evoluzione dell’ismailismo sciita, ma profondamente distinta e autonoma. I drusi si definiscono “unitari” (muwahidūn) e credono in un Principio Divino unico e assoluto, che si può manifestare anche in forma umana. Tra le idee centrali vi sono l’influenza della filosofia greca—specialmente di Pitagora, Platone e Plotino—e il rispetto delle “religioni celesti”.

Testi Sacri e Segretezza
Il principale testo sacro è il “Kitab al-Hikma” (‘Libro della Saggezza’, o “Epistole della Saggezza”).

L’accesso ai testi sacri, scritti in arabo e custoditi gelosamente, è riservato solo agli iniziati (uqqāl). La maggior parte dei drusi (juhhāl) non ha accesso diretto ai contenuti esoterici della dottrina.

Sono riconosciute e apprezzate anche alcune scritture della tradizione ebraica e cristiana e opere filosofiche.

Grande importanza ha il concetto di segretezza (taqiya): nascondere la fede agli estranei è non solo permesso ma un vero e proprio dovere.

Miti e Cosmologia
La cosmologia drusa parla di sette profeti fondamentali (Adamo, Noè, Abramo, Mosè, Gesù, Maometto, Maometto figlio di Ismaele).

Reincarnazione (metempsicosi): la religione insegna che il numero delle anime umane è fisso dalla notte dei tempi e che ogni anima si reincarna ciclicamente all’interno della comunità drusa. Questo rende la comunità chiusa a nuove conversioni e vieta ogni forma di proselitismo o matrimonio misto.

Secondo la leggenda, i drusi sarebbero discendenti di Jethro (suocero di Mosè), che trasmise la verità divina a Mosè stesso.

Riti e Pratiche
La pratica religiosa è molto riservata. L’accesso ai riti è riservato agli iniziati, che si ritrovano nella hilwa (luogo di riunione senza immagini).

I drusi non riconoscono i cinque pilastri dell’Islam e rifiutano pratiche come il pellegrinaggio e il digiuno rituale, ritenendo che esternalità e ritualismi macchino la purezza della fede.

L’interpretazione dei testi è allegorica ed esoterica, non letterale.

Regole di Comportamento (Sette Precetti)
Tutta la comunità drusa deve rispettare i 7 precetti fondamentali, declinati in varianti simili ma convergenti:

1. Verità della parola: sincerità assoluta tra drusi.

2. Mutuo soccorso: solidarietà, protezione e assistenza tra membri della comunità.

3. Ripudio delle false credenze: abbandonare tutti i vecchi culti e superstizioni non drusi.

4. Ripudio del Diavolo: respingere tutte le forze e i comportamenti malvagi.

5. Proclamazione dell’unità divina: riconoscere l’unicità di Dio.

6. Accettazione della volontà di Dio: riconoscere che ogni evento proviene da un disegno divino provvidenziale.

7. Totale sottomissione a Dio: obbedienza assoluta in pubblico e in privato.

Altri principi comportamentali:

Divieto di alcool, tabacco, carne di maiale, uso di droghe.

Vita austera e comportamento morale rigoroso.

Rispetto per gli anziani, ospitalità sacra, monogamia, matrimonio solo all’interno della comunità.

Vietati il divorzio, l’omicidio, l’adulterio e lo stupro (considerati peccati gravissimi e imperdonabili).

Tradizioni e Feste
L’unica vera festa religiosa riconosciuta e pubblica è lo Ziyarat al-Nabi Shu’ayb (pellegrinaggio alla tomba del profeta Jethro/Shu’ayb), celebrata tra il 25 e il 28 aprile, considerata anche festa nazionale in Israele.

Le altre celebrazioni sono rare o molto sobrie; molte pratiche festive tradizionali sono orali e legate a canti, danze e banchetti familiari, e variano secondo le regioni.

Tradizioni popolari e folklore
Credenza nella reincarnazione anche in animali (per i peccatori), magia, malocchio, culto degli alberi sacri con pellegrinaggi e offerte votive.

La comunità è molto chiusa e ha stili di abbigliamento e cerimoniali distintivi; il turbante bianco degli sheikh è un simbolo distintivo degli iniziati.

Spesso nei funerali si tengono banchetti e, contro le prescrizioni religiose, canti funebri notturni.

La religione dei drusi rimane una delle più misteriose e protette del panorama medio-orientale, fondata su una dottrina esoterica, su precetti morali rigorosi e su una fortissima identità collettiva e tradizionale.


sabato 12 luglio 2025

La svastica e il nodo di Salomone nelle Chiese paleocristiane

Noi IdR di Schio siamo stati a Illegio a vedere la mostra sul tema della ricchezza e tornando siamo passati per Concordia Sagittaria dove abbiamo visitato il museo archeologico.
Due simboli si ritrovano spesso nelle chiese paleocristiane e attirano la curiosità. Qual'è il loro significato?
La svastica è un simbolo antichissimo, presente in molte culture dell’Eurasia, con origini che precedono di molto il cristianesimo. Nell’arte paleocristiana (come nei mosaici delle chiese) la svastica era generalmente intesa come
simbolo solare che richiamava il ciclo del sole, la rinascita e la vittoria della luce sulle tenebre (Cristo luce del mondo).
Presso i popoli antichi era poi emblema di fortuna e benedizione, portatrice di buon auspicio e protezione; rappresentava anche la rotazione delle stelle attorno al polo celeste, quindi l’eternità e la ciclicità della vita.
Nella tarda antichità romana e nel cristianesimo delle origini, la svastica poteva alludere alla presenza del divino che abbraccia tutte le direzioni e l’ordine dell’universo, divenendo talvolta segno della regalità di Cristo o della sua vittoria sull’oscurità.

L'Anello (o Nodo) di Salomone è un motivo decorativo formato da due anelli intrecciati. Nei mosaici paleocristiani, come quelli delle chiese di Concordia Sagittaria e Aquileia, assume un significato profondo di unione tra umano e divino in cui il nodo simboleggia il legame indissolubile tra l’uomo e Dio, rappresentando la salvezza e la redenzione.
Anche qui ritorna il significato di eternità e ciclicità grazie alla struttura senza inizio né fine che richiama l’infinito, la continuità della vita e la vittoria sulla morte, tematiche tanto care ai cristiani delle origini. Interpreta infatti il ciclo vitale, il tramonto e la successiva rinascita in chiave cristologica (morte e risurrezione di Cristo).
In alcuni contesti, assurge a simbolo mariano, in quanto segno di purezza e protezione.
Salomone, re biblico noto per la sua saggezza, rafforza l’idea di un ordine superiore e di una conoscenza divina che lega cielo e terra.

Nei mosaici di Concordia Sagittaria e in altri siti paleocristiani, la svastica e il nodo di Salomone non sono meri abbellimenti, ma esprimono visivamente temi teologici centrali: la vittoria della vita sulla morte, la speranza nell’aldilà, l’unione tra fedele e divino e il ciclo eterno del tempo, riflettendo sia antichi simbolismi pagani sia la loro nuova lettura in chiave cristiana.

giovedì 3 luglio 2025

Missa pro custodia creationis

Non chiamatela Messa “ecologica”. Così come la Laudato si’ di papa Francesco, che ha ispirato i testi liturgici, non va ridotta a un’enciclica “verde”. Entra nel Messale romano la Missa pro custodia creationis: la Messa per la custodia della creazione, si direbbe in italiano. Celebrazione in latino perché contenuta nell’edizione tipica latina: la terza, quella in vigore. E quindi spetterà alle singole Conferenze episcopali nazionali “tradurla” nelle diverse lingue, anche se il suo uso è facoltativo. La nuova Messa porta la firma di Leone XIV: nel senso che è stato papa Prevost ad approvare il formulario liturgico con le relative letture bibliche (queste già nelle varie lingue) che viene promulgato e dichiarato “testo tipico” con il decreto del prefetto del Dicastero per il culto divino e la disciplina dei sacramenti, il cardinale Arthur Roche.

mercoledì 2 luglio 2025

Il futuro del Dalai Lama

Il Dalai Lama, che compirà 90 anni il 6 luglio, ha annunciato che, dopo la sua morte, sarà nominato un successore. Ha anche chiarito che la scelta del successore sarà prerogativa esclusiva del suo ufficio, escludendo l'ingerenza della Cina. 
In particolare, il Dalai Lama ha affermato che l'istituzione del Dalai Lama continuerà e che consulterà monaci anziani e altre figure chiave per condividere possibili indizi su dove trovare il suo successore. Il processo di successione è un tema delicato, soprattutto considerando il contesto politico e le tensioni tra il Tibet e la Cina, come sottolineato da diversi media. 
Il Dalai Lama ha chiarito che il processo di reincarnazione, sebbene antico, verrà seguito, ma in modo che tenga conto delle realtà attuali. Ha ribadito che la scelta del successore sarà libera e non influenzata da interferenze esterne.

La Cina ha dichiarato in modo esplicito che ritiene di avere l’autorità esclusiva sulla scelta della reincarnazione del Dalai Lama. Secondo Pechino, il processo di individuazione del successore deve “rispettare i principi della ricerca interna in Cina” e ricevere l’approvazione del governo centrale. La portavoce del ministero degli Esteri, Mao Ning, ha affermato che la reincarnazione deve seguire sia i rituali religiosi sia il contesto storico, ma sempre “in conformità con le leggi e i regolamenti nazionali” cinesi.

I media statali cinesi hanno inoltre ribadito che la reincarnazione del Dalai Lama “non potrà mai essere decisa da un singolo individuo” e hanno definito “assurda” l’ipotesi che la nomina possa avvenire al di fuori del territorio tibetano e cinese. Pechino sostiene di aver ereditato il diritto di confermare la nomina dalla dinastia imperiale Qing e, dal 2007, ha regolamentato la gestione delle reincarnazioni dei “Buddha viventi” tramite una specifica legge, imponendo che tutte le reincarnazioni siano approvate dallo Stato.