lunedì 27 ottobre 2025

Marsiglia, stop del giudice al sindaco sul film Sacré-Cœur

Il tribunale di Marsiglia ha bloccato il tentativo del sindaco Benoît Payan di vietare la proiezione del film “Sacré-Cœur” nella sala municipale, ripristinandone la diffusione e aprendo un dibattito nazionale sul rapporto tra laicità e libertà di espressione religiosa.

Il soggetto e le intenzioni del film
“Sacré-Cœur” è un docu-film ideato dai registi Steven e Sabrina Gunnell che racconta la storia e l’attualità della devozione al Sacro Cuore di Gesù, focalizzandosi sulle apparizioni seicentesche alla mistica francese Santa Margherita Maria Alacoque. Il film intreccia ricostruzioni storiche, testimonianze di fedeli e pellegrinaggi ai santuari, evidenziando il ruolo spirituale e sociale di questa tradizione cristiana. La coppia di registi, credenti, narra un percorso personale di conversione e desidera restituire l’amore ricevuto, dando voce al valore universale dell’incontro col Sacro Cuore.

Il divieto di pubblicità e le motivazioni
Nonostante l’ampia distribuzione nelle sale francesi, la campagna pubblicitaria del film è stata vietata da MediaTransports, ente che gestisce gli spazi pubblicitari nei trasporti pubblici parigini e sulle ferrovie. La motivazione ufficiale è il carattere “confessionale e proselitistico” del film, considerato incompatibile con la neutralità imposta dalla laïcité alle istituzioni pubbliche. La scelta ha indignato registi e distributori, che segnalano una disparità: negli stessi spazi appaiono horror o pellicole provocatorie con simbologie religiose, mentre una narrazione positiva sulla fede cristiana viene censurata.

Voci a sostegno e contrarie
A sostenere il film e criticare il provvedimento sono numerosi commentatori cattolici e promotori della libertà di espressione religiosa, che vedono nella decisione una forma di selezione ideologica contraria al vero pluralismo. Secondo loro, la laicità dovrebbe garantire il diritto di parola per tutti, credenti e non credenti. D’altro canto, i fautori della censura ribadiscono l’importanza di mantenere la neutralità confessionale negli spazi pubblici e sottolineano il rischio di “proselitismo” implicito nel film.

Il caso Marsiglia attorno a “Sacré-Cœur” rilancia in Francia il dibattito sul confine tra laicità e censura, mettendo in evidenza le tensioni ancora vive tra fede e spazio pubblico.

domenica 26 ottobre 2025

Sinodo 2025: una Chiesa che si rinnova nel metodo e nel cuore

Sabato 25 ottobre 2025 si è conclusa a Roma la terza e ultima Assemblea del Cammino sinodale della Chiesa italiana, con l’approvazione quasi unanime (oltre il 95% dei voti favorevoli su più di 800 delegati) del documento finale “Lievito di pace e di speranza”.  
È l’atto che chiude quattro anni di ascolto, discernimento e confronto, e che apre una nuova stagione per la Chiesa in Italia.

Un percorso di quattro anni
Il Cammino sinodale era stato inaugurato nel 2021 come risposta all’invito di Papa Francesco a rendere la Chiesa più partecipativa e missionaria.  
Dopo una prima fase di ascolto nelle diocesi, in cui comunità e gruppi locali hanno espresso desideri, ferite e speranze, si sono susseguite tre grandi assemblee nazionali:  
- la prima, nel novembre 2023, per fissare principi e criteri di rinnovamento;  
- la seconda, nell’aprile 2025, segnata da accese discussioni e rinvii sulla bozza del testo;  
- la terza, appena conclusa, dove il consenso è finalmente arrivato dopo mesi di dialoghi, mediazioni e oltre 300 emendamenti integrati nel testo definitivo.

Il presidente della CEI, cardinale Matteo Zuppi, ha parlato di un cammino «che ha superato la logica del “si è sempre fatto così”» e che «aiuta la Chiesa a proteggersi dal protagonismo individuale e a camminare insieme con responsabilità e passione».

La rivoluzione del metodo
La vera innovazione non è solo nei contenuti, ma nel modo di lavorare.  
Per la prima volta, il metodo della “conversazione nello Spirito” — fondato sull’ascolto reciproco, il silenzio orante e la parola condivisa — ha modellato l’intero processo decisionale.  
Ogni partecipante, laico o consacrato, ha avuto spazio per esprimersi, non per convincere o vincere, ma per discernere insieme ciò che lo Spirito suggerisce alla comunità.  
In molti contesti locali, la possibilità di prendere la parola ha rappresentato un’esperienza inedita di libertà, corresponsabilità e fraternità.

Le novità nei contenuti
Le 124 proposte approvate delineano una Chiesa più sinodale e inclusiva. 
Tra i punti più significativi:  
- maggiore valorizzazione dei ministeri laicali e della collaborazione tra laici e clero;  
- attenzione rinnovata a giovani, donne e persone ai margini della vita ecclesiale;  
- impegno per la trasparenza, la giustizia sociale e la cura del creato;  
- apertura pastorale verso le situazioni affettive complesse e le persone omoaffettive e transgender, nel segno dell’inclusione e dell’accompagnamento spirituale.

Il documento invita inoltre le diocesi a trasformare lo spirito sinodale in prassi concreta, rendendo ogni Chiesa locale un luogo di partecipazione e comunione.

Un messaggio al Papa
Alla fine dei lavori, l’assemblea ha inviato un messaggio a Papa Leone XIV, ringraziandolo per aver sostenuto il percorso:  
«Crediamo che la bellezza dell’annuncio del Vangelo sia quella di essere incarnata nelle nostre vite e condivisa con gli uomini e le donne di oggi».  

Un futuro che inizia ora
Il Cammino sinodale non si chiude, dunque, ma cambia forma.  
Il documento “Lievito di pace e di speranza” non è un punto d’arrivo, ma una base su cui ricostruire una Chiesa che vuole essere di tutti e per tutti.  
Una Chiesa che — come ha detto il cardinale Zuppi — ha imparato che l’ascolto non è una perdita di tempo, ma il modo più evangelico di camminare insieme.

Leggi da Avvenire 

sabato 25 ottobre 2025

Dal grido delle periferie al sogno di una nuova umanità

Il 23 ottobre 2025, nell’Aula Paolo VI, Papa Leone XIV ha pronunciato uno dei discorsi più significativi del suo giovane pontificato, rivolgendosi ai rappresentanti dei movimenti popolari giunti da tutto il mondo. Le sue parole hanno tracciato una visione chiara e coraggiosa: il rinnovamento sociale non può nascere dal potere o dal profitto, ma dal basso, dal dolore e dalla speranza delle periferie del mondo.  

Tre diritti sacri: terra, casa e lavoro
Richiamando la storica enciclica Rerum Novarum di Leone XIII, il Papa ha ripreso le tre parole chiave che riassumono la lotta dei movimenti popolari: terra, casa e lavoro. Non come semplici rivendicazioni economiche, ma come diritti sacri, fondamenta di una vita dignitosa per ogni persona. «Ci sto, sono con voi!» — ha detto con forza, a simboleggiare la presenza concreta della Chiesa accanto agli esclusi.  

I poveri come “poeti sociali”
Papa Leone XIV ha voluto restituire ai poveri la loro voce, definendoli “poeti sociali”: uomini e donne capaci di trasformare la sofferenza in speranza, la mancanza in proposta. Nel suo discorso, ha denunciato l’illusione di un progresso dominato da intelligenza artificiale, innovazioni digitali e ricchezza concentrata, ricordando che «l’esclusione è il nuovo volto dell’ingiustizia sociale».  

Tecnologia e giustizia globale
In un passaggio cruciale, il Pontefice ha invitato a riflettere sull’uso delle tecnologie: strumenti che possono servire il bene comune o accrescere le disuguaglianze. Ha chiesto che le “novità” della nostra epoca — dall’intelligenza artificiale alla robotica — non restino nelle mani delle élite, ma diventino risorse condivise a beneficio di tutti.  

Un invito a “camminare insieme”
Concludendo, Papa Leone XIV ha affidato ai movimenti popolari una missione profetica: essere motore di una nuova cultura sociale fondata su fraternità, giustizia e pace. Li ha incoraggiati a perseverare nella lotta, a coltivare speranza e creatività, e ha invocato la protezione di Maria Santissima. «Andate avanti nel cammino, con gioia e speranza» — ha detto, prima di recitare il Padre Nostro in spagnolo, in segno di comunione universale.  

Un pontificato nel segno della solidarietà
Questo discorso segna una continuità con la linea tracciata da Papa Francesco, ma anche l’apertura di una nuova stagione: una Chiesa profetica, vicina ai popoli e alle loro lotte, capace di coniugare fede e giustizia sociale. Nelle parole di Leone XIV vibra un messaggio chiaro: il Vangelo si vive costruendo una società più umana, dove nessuno venga scartato.


venerdì 24 ottobre 2025

Ottant’anni di ONU: tra sogni fondativi e sfide del presente


Nel celebrare l’80° anniversario della fondazione dell’Organizzazione delle Nazioni Unite, il 24 ottobre 1945, riaffiora la consapevolezza che l’ONU rappresenta uno dei più ambiziosi progetti politici e morali della storia contemporanea. La sua nascita seguì la devastazione della seconda guerra mondiale e l’inadeguatezza della Società delle Nazioni: i popoli sentivano il bisogno urgente di un’istituzione capace di garantire la pace, la cooperazione e la tutela universale dei diritti fondamentali.

Le radici e gli ideali

L’ONU nacque per “salvare le future generazioni dal flagello della guerra”, come si legge nella Carta delle Nazioni Unite, approvata a San Francisco il 26 giugno 1945 e ratificata il 24 ottobre dello stesso anno. L’obiettivo era quello di costruire un equilibrio mondiale fondato sul diritto, sulla giustizia e sul rispetto della dignità umana. Quella visione rimane ancora oggi il punto di riferimento etico per la diplomazia internazionale.

Le migliori espressioni universali

Nel corso degli anni, i momenti più luminosi dell’ONU si sono tradotti in atti concreti e globali:
- la Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo del 1948, autentica pietra miliare per la libertà dei popoli;
- le missioni di pace dei Caschi Blu, che in tante aree del mondo hanno impedito o fermato conflitti devastanti;
- l’impegno delle agenzie specializzate (OMS, UNICEF, UNESCO, FAO) nella lotta contro fame, analfabetismo e malattie.

Con gli Obiettivi di Sviluppo del Millennio e poi gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile 2030, l’ONU ha orientato un linguaggio globale di progresso ambientale e sociale.

Successi e limiti nella storia recente

Tra i successi vanno ricordati i processi di pace in Namibia, El Salvador, Timor Est e Mozambico, oltre al ruolo di mediazione in alcune crisi internazionali. Tuttavia, le difficoltà non sono mancate: dal genocidio in Ruanda all’impotenza davanti alle guerre civili e ai conflitti attuali, come in Siria e Ucraina.

Il Consiglio di Sicurezza, pur fulcro decisionale, resta paralizzato dal diritto di veto dei membri permanenti, limitando così la capacità dell’ONU di agire tempestivamente nei conflitti armati o nelle emergenze umanitarie.

Le sfide dell’epoca attuale

Oggi, a ottant’anni dalla sua fondazione, l’ONU si trova in un contesto geopolitico frammentato, segnato da potenze che spesso preferiscono agire unilateralmente. Il multilateralismo — uno dei suoi cardini — appare indebolito di fronte alle nuove rivalità globali e alla crisi di fiducia verso le istituzioni sovranazionali.

Eppure la sua missione originaria rimane attuale: costruire ponti di pace, promuovere diritti e solidarietà. Rinnovare le Nazioni Unite non significa solo riformarle strutturalmente, ma restituire forza morale e politica a un’idea nata dalla speranza: che la pace, pur fragile, resti il destino comune dell’umanità.

Leggi da UniPd

giovedì 23 ottobre 2025

Storica preghiera in Vaticano con Carlo e Camilla e Papa Leone XIV

Questa mattina, nella suggestiva cornice della Cappella Sistina, si è tenuta una preghiera ecumenica storica presieduta da Papa Leone XIV alla quale hanno partecipato Re Carlo III e la Regina Camilla. L'evento, atteso con grande interesse, rappresenta un momento simbolico di unità tra Chiesa cattolica e le altre tradizioni cristiane. 

La preghiera, organizzata dal Dicastero per la promozione dell'unità dei cristiani, ha sottolineato temi di grande importanza quali la cura del Creato e la riconciliazione tra le diverse confessioni cristiane. La liturgia si è svolta in inglese e latino, con la partecipazione anche di figure rappresentative della Chiesa d'Inghilterra, come l'arcivescovo di York Stephen Cottrell, e autorità religiose della Scozia. 

Questo incontro di preghiera è stato preparato per sottolineare non solo l'importanza del dialogo ecumenico e dell'unità cristiana, ma anche per riflettere sulla responsabilità morale e spirituale condivisa in un momento storico delicato per l'umanità e l'ambiente. La preghiera segna così un gesto di grande valore simbolico, sottolineato anche dalla presenza di Carlo e Camilla che rappresentano un ponte tra culture e confessioni religiose diverse.

Un momento che rimarrà nella storia per la sua dimensione di apertura e di speranza di superamento delle divisioni, celebrato nel luogo più emblematico della fede cattolica, la Cappella Sistina, con Papa Leone XIV in prima linea nel promuovere la compassione e la riconciliazione tra i cristiani.

lunedì 20 ottobre 2025

Teheran dedica una stazione della metropolitana alla Vergine Maria

A Teheran, capitale dell'Iran, è stata inaugurata una stazione della metropolitana con un nome speciale: "Maryam-e Moghaddas" (Santa Maria). La notizia ha fatto il giro del mondo perché in un paese a maggioranza musulmana, dare il nome della Vergine Maria a un luogo pubblico così importante è un gesto significativo.

I numeri del progetto
La costruzione è iniziata nel 2015 e non è stata facile: la stazione si trova a 34 metri di profondità, ha una superficie di 11.000 metri quadrati e per realizzarla sono stati scavati oltre 100.000 metri cubi di terra. Si trova vicino alla chiesa armena di San Sarkis, nel cuore della capitale.

Cosa rende speciale questa stazione?
Oltre al nome, la stazione presenta grandi bassorilievi raffiguranti Gesù e Maria, con un'illuminazione che ricrea l'atmosfera di una chiesa. La comunità armena (la principale minoranza cristiana dell'Iran) ha donato una statua di 2,5 metri che rappresenta Maria con Gesù bambino. Gli elementi decorativi mescolano simbolismo cristiano, riferimenti al Corano e alla poesia persiana.

Due interpretazioni diverse
Come spiega il cardinale Dominique Mathieu, arcivescovo di Teheran, ci sono due modi di vedere questa decisione:
I critici pensano sia solo propaganda, considerando le difficoltà che le minoranze religiose affrontano in Iran
I sostenitori lo vedono come un segno di rispetto verso la comunità armena e di convivenza tra religioni.

Il messaggio del cardinale
L'arcivescovo esprime un augurio poetico: che i passeggeri che attraversano questa stazione possano percepire "uno sguardo pieno di amore" attraverso le immagini di Gesù e Maria, uno sguardo che ci ricorda che siamo tutti "fratelli e sorelle di una casa comune".

Perché è importante?
Questa storia ci mostra quanto possano essere complessi i rapporti tra religioni diverse. Un gesto che per alcuni rappresenta apertura e dialogo, per altri è solo facciata. Quello che è certo è che milioni di persone ogni giorno passeranno da quella stazione, vedranno quelle immagini e, forse, si interrogheranno su cosa significhi davvero vivere insieme nella diversità.

domenica 19 ottobre 2025

Missionari di speranza tra le genti

«Missionari di speranza tra le genti». Questo è il tema scelto dal Papa per la XCIX Giornata Missionaria Mondiale, che si celebra il 19 ottobre 2025, nel cuore dell’Anno Giubilare della Speranza. Nel suo messaggio, il Pontefice richiama tutti i battezzati alla vocazione fondamentale della Chiesa: essere testimoni e costruttori di speranza, in un mondo attraversato da guerre, divisioni e crisi ambientali.  

Rievocando la Bolla Spes non confundit, il Papa invita i cristiani a lasciarsi rigenerare «in Cristo risorto per una speranza viva» (1Pt 1,3-4), e ad affrontare con coraggio “le ombre oscure del tempo presente”, tra disuguaglianze sociali e perdita di fiducia nell’uomo. È un appello a una nuova stagione evangelizzatrice, animata dallo Spirito e da un autentico zelo missionario.

Le missioni nel mondo oggi
Secondo l’ultimo Rapporto dell’Agenzia Fides (ottobre 2025), la Chiesa cattolica conta oggi 1 miliardo e 405 milioni di fedeli, pari al 17,8% della popolazione mondiale, con un leggero aumento rispetto all’anno precedente. Crescono soprattutto le comunità cattoliche in Africa (+8,3 milioni) e America (+5,6 milioni), mentre l’Europa registra una sorprendente ripresa di 740 mila nuovi fedeli.  

Il numero dei missionari laici ha raggiunto 444.606 unità, con aumenti significativi in America e Asia, segno di un crescente protagonismo dei laici nella vita missionaria. In crescita anche i catechisti, saliti a 2,86 milioni nel mondo, soprattutto in Asia e America. Tuttavia, si registra un calo di religiosi e seminaristi, specialmente in Europa e in Asia orientale, segnale di un bisogno rinnovato di vocazioni e formazione spirituale.  

Un invito a rianimare la speranza
La Giornata Missionaria Mondiale 2025 si presenta come un tempo propizio per ravvivare nelle comunità il dono della fede e la gioia dell’annuncio. Come ricorda il Messaggio papale, “essere missionari di speranza” significa testimoniare, con la vita e con la parola, che Dio non è assente dal mondo, ma continua ad agire attraverso chi confida in Lui e si apre all’amore universale.  

In questo spirito, ogni cristiano è chiamato a farsi “luce nei luoghi oscuri”, a servire con dedizione, e a costruire fraternità là dove prevale l’indifferenza. È il volto profetico di una Chiesa che spera, che non si arrende al pessimismo ma risponde, come i missionari di ogni tempo, con il coraggio del Vangelo.