Dal 18 al 24 settembre torna nelle sale italiane "La tomba delle lucciole" (1988), capolavoro d’animazione del maestro giapponese Isao Takahata, cofondatore dello Studio Ghibli. Tratto dall’omonimo romanzo semi-autobiografico di Akiyuki Nosaka, il film offre una visione straziante e profondamente toccante dell’orrore della guerra, raccontata attraverso gli occhi innocenti di due bambini, Seita e la piccola sorella Setsuko, sopravvissuti ai bombardamenti di Kobe durante gli ultimi mesi della Seconda guerra mondiale.
Trama e protagonisti
La storia si apre con la morte di Seita, un ragazzo di 14 anni, nell’atrio di una stazione ferroviaria nel settembre 1945. Da lì parte un flashback che racconta gli ultimi mesi di vita del ragazzo e della sua sorellina di 4 anni, dopo la perdita della madre durante un bombardamento. Mentre il padre, ufficiale nella Marina imperiale giapponese, è impegnato in guerra, i due bambini affrontano la durezza di un Giappone devastato dai raid aerei americani. Dopo un iniziale soggiorno forzato a casa di una zia severa e poco incline a mostrare solidarietà, Seita e Setsuko decidono di rifugiarsi in un riparo vicino al mare, dove cercano di sopravvivere con le poche risorse rimaste.
La relazione tra Seita e Setsuko è al centro del film, con il fratello maggiore che si fa carico di proteggere la sorella, cercando di preservarne l’innocenza in un contesto di distruzione e perdita.
Linee interpretative e simbolismo
La forza del film risiede nel suo duplice registro narrativo, che alterna scene di feroce realtà, come i bombardamenti che incendiano intere città di legno, e momenti di poetica delicatezza, rappresentati dalle lucciole che illuminano le notti nel rifugio dei bambini. Il colore rosso che domina entrambe le situazioni simboleggia insieme la distruzione e la luce fragile della vita, richiamando il titolo stesso del film, nel quale “lucciola” è scritto con i kanji che indicano “fuoco” e “caduta”.
Le lucciole diventano così metafora della brevità e fragilità dell’esistenza umana, soprattutto quella delle vittime innocenti della guerra. La domanda struggente di Setsuko: "Perché le lucciole muoiono così presto?" sottolinea l’ingiustizia delle morti premature e la perdita di momenti felici. Non meno forte è il significato della scatola di latta delle caramelle Sakuma Drops, che alla fine contiene le ceneri di Setsuko, diventando simbolo di memoria, affetto e dolore.
Il messaggio del film
La tomba delle lucciole non è solo un racconto sulla guerra, ma un ritratto umano e sociale dei suoi effetti devastanti, soprattutto sui più piccoli e indifesi. È una denuncia dell’abbandono di una "generazione perduta", segnata da lutti, fame e indifferenza. La durezza del quotidiano, con la famiglia frazionata e la mancanza di supporto esterno, si contrappone alla purezza e all’innocenza di due bambini che cercano di mantenere un barlume di speranza.
Takahata offre una riflessione profonda sulla caducità della vita e sulla necessità di ricordare le vittime della violenza armata, con una sensibilità poetica che rende il film un’amara preghiera contro la guerra, ma anche un inno alla solidarietà e all’umanità.
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