mercoledì 13 dicembre 2017

Hannukah, la festa ebraica delle luci

CON SANTA LUCIA UNA OCCASIONE DI FRATELLANZA

Quest'anno il giorno di Santa Lucia è stato contemporaneo all'inizio dell’Hanukkah ebraico e la Diocesi e la comunità di Savona hanno deciso di celebrare questo incontro e possibile occasione di fratellanza con una giornata scandita dai festeggiamenti per entrambe le grandi feste religiose.

Definito il Natale giudaico, l’Hannukah 2017 è la festa ebraica delle luci che si tiene dal 12 al 20 dicembre 2017. Una sorta di Festival delle luci che viene celebrato in ogni parte del mondo, A partire da Londra, con un candelabro gigante a Trafalgar Square, passando per Parigi, dove si possono trovare il tipico dolce, lo sufganiyah. Altre due città molto importanti sono Tel Aviv e Gerusalemme, con la prima località che ha un approccio più festivaliero rispetto alla seconda. Anche New York City è addobbata a modo per l’Hannukah, essendo una città che ospita migliaia di ebrei. Infine, da segnalare Curacao, Roma e Buenos Aires, quest’ultima tra le città sudamericane che accolgono più ebrei.

LA “COINCIDENZA” CON LA FESTA CRISTIANA DI SANTA LUCIA

«Era l’anno 165 a.E.V. quando Giuda, figlio del sacerdote Mattatià e soprannominato Maccabeo, dalle iniziali delle parole della frase “Mi Kamòkha Baelim Adon-i?” - “Chi è pari a Te, o Signore?” entrò nel tempio di Gerusalemme a capo dei suoi valorosi seguaci. Egli sapeva bene quale fosse il suo compito: riconsacrare il Santuario al Signore e abbattere gli idoli fatti installare dal re Antioco IV Epifane di Siria»: così comincia il racconto della Festa di Hanukkah proposto dalla Comunità Ebraica di Torino anche per questo 2017. Una festa che scatta con le grandi lampade dei canonici candelabri ebraici: una celebrazione che nel giorno prima della festa cristiana di Santa Lucia (e pochi giorni prima del Natale del Signore) si intreccia a più ripresa ai fratelli cristiani. La festa delle luci il giorno prima della Santa patrona della vista e della luce, è in effetti una curiosa “coincidenza” che rafforza di fatto il contatto, la discendenza e la fratellanza tra ebrei e cristiani. La ritualità però, nel caso dell’ebraismo, prende un significato ancora maggiore ed è altamente centrale se non cruciale nel festeggiamento giudaico: ad esempio il cibo, i piatti kosher raccontano storie di sacrifici e di sopravvivenza della comunità ebraica attraverso ben 613 precetti. Nella società moderna ebraica, sia in Israele che nelle varie comunità sparse nel mondo, l’Hanukkah viene celebrata in famiglia, celebrando l'unione degli affetti con piatti e pietanze, fra cui i famosi dolci fritti nell'olio.

lunedì 4 dicembre 2017

TUTTI I PRESEPI A VICENZA DAL DUOMO A MONTE BERICO

Natale 2016 e Epifania 2017: tutti i presepi nella provincia di Vicenza Eventi a Vicenza

Da Vicenzatoday

Numerosi i presepi da visitare nella provincia di Vicenza per il periodo delle festività natalizie fino a gennaio 2017 dal singolare "Presepe sull'Acqua" a Laghi allo storico "Presepe nel Fossato" a Marostica e al suggestivo "Presepe di Bariola" a Valli del Pasubio fino al percorso biblico di "Evangelium" a Dueville, al "Presepe Storico Sincronizzato" di Novoledo di Villaverla e al "Presepe del Futuro" di Cornedo Vicentino. In evidenza anche le varie mostre presepiste a Castelgomberto, Caltrano, Caldogno, Lastebasse, Treschè Conca di Roana e SS. Trinità di Schio.

L'elenco completo dei presepi sul territorio berico:

giovedì 30 novembre 2017

Ossana: un paesino con 889 presepi

Vicino a Madonna di Campiglio in trentino, gli abitanti hanno realizzato un itinerario che permette di scoprire centinaia di rappresentazioni natalizie.

C'è un paesino della Val di Sole dove è Natale tutto l'anno: gli abitanti cuciono, rattoppano, costruiscono, sistemano e preparano senza sosta per un'intera annata quello che è il loro momento celebrativo, il presepe. 
Quest'anno si celebra la 18esima edizione, dal 1 dicembre al 7 gennaio centinaia di presepi saranno allestiti in tutto il paesino all'insegna del valore della tradizione e del "fatto a mano".

760 opere sono state lasciate in eredità dailla famiglia Bacchini di Verona e saranno visitabili presso la Casa degli Affreschi e all'esterno, tra le piccole strade di Ossana, si troveranno altre decine di presepi di tutte le dimensioni: da quelli piccoli a quelli ad altezza naturale, mentre durante i sabati sarà la volta dei presepi viventi

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mercoledì 29 novembre 2017

La religione non fomenti divisione e terrorismo

Il papa in Myanmar e Bangladesh Francesco ricorda che “solo attraverso un dialogo sincero e il rispetto della legittima diversità un popolo può riconciliare le divisioni, superare prospettive unilaterali e risonoscere la validità di punti di vista differenti”. E questo dialogo deve essere attento ai “bisogni di tutti i cittadini, specialmente dei poveri, degli svantaggiati e di coloro che non hanno voce”.

Ai Rohingya fa espresso riferimento, pur senza nominare la parola che crea controversie, perché al Papa sta più la sostanza che la forma. Nel suo discorso si riferisce alla questione. “Nei mesi scorsi, lo spirito di generosità e di solidarietà che caratterizza la società del Bangladesh si è manifestato molto chiaramente nel suo slancio umanitario a favore dei rifugiati affluiti in massa dallo Stato di Rakhine, provvedendoli di un riparo temporaneo e delle necessità primarie per la vita. Questo è stato fatto con non poco sacrificio. Ed è stato fatto sotto gli occhi del mondo intero. Nessuno di noi può mancare di essere consapevole della gravità della situazione, dell’immenso costo richiesto di umane sofferenze e delle precarie condizioni di vita di così tanti nostri fratelli e sorelle, la maggioranza dei quali sono donne e bambini, ammassati nei campi-profughi. È necessario che la comunità internazionale attui misure efficaci nei confronti di questa grave crisi, non solo lavorando per risolvere le questioni politiche che hanno condotto allo spostamento massivo di persone, ma anche offrendo immediata assistenza materiale al Bangladesh nel suo sforzo di rispondere fattivamente agli urgenti bisogni umani”

Ricordando l'attentato di Dacca del 1° luglio 2016: “In un mondo dove la religione è spesso – scandalosamente – mal utilizzata al fine di fomentare divisione, questa testimonianza della sua forza di riconciliazione e di unione è quanto mai necessaria. Ciò si è manifestato in modo particolarmente eloquente nella comune reazione di indignazione che ha seguito il brutale attacco terroristico
dell’anno scorso qui a Dhaka, e nel chiaro messaggio inviato dalle autorità religiose della nazione per cui il santissimo nome di Dio non può mai essere invocato per giustificare l’odio e la violenza contro altri i esseri umani nostri simili”.

Papa Francesco saluta Bhaddanta Kumarabhivasma, presidente del consiglio supremo dei monaci buddisti, nel corso dell'incontro del 29 novembre con i monaci del concilio presso la pagoda Kaba Aye a Yangon, in Myanmar

mercoledì 22 novembre 2017

Santa Cecilia

Santa Cecilia è nota per essere la patrona della musica grazie ad un brano della Passio nel quale, descrivendo il suo matrimonio si dice: Cantantibus organis, Cecilia virgo in corde suo soli Domino decantabat dicens: fiat Domine cor meum et corpus meum inmaculatum ut non confundar che tradotto sarebbe: «Mentre suonavano gli strumenti musicali, la vergine Cecilia cantava nel suo cuore soltanto per il Signore, dicendo: Signore, il mio cuore e il mio corpo siano immacolati affinché io non sia confusa». Fu così che da questo canto le venne attribuito l'appellativo di patrona della musica.

Già nel celebre dipinto di Raffaello L'estasi di Santa Cecilia, posto nella Chiesa di San Luigi dei Francesi, la vergine martire veniva raffigurata con un organo portativo in mano e con ai piedi «sparsi per terra instrumenti musici, che non sono dipinti, ma vivi e veri si conoscono».


“Nessun parli…”
Il 21 novembre 2017 il MIUR ha proposto una giornata di scuola durante la quale tutte le studentesse e gli studenti avrebbero dovuto solo cantare, suonare o svolgere attività di produzione artistica, anche performativa, e coerenti con l'innovazione didattica e digitale.

domenica 19 novembre 2017

Giornata mondiale dei poveri

La Giornata mondiale dei poveri, che si celebra per la prima volta il 19 novembre, è stata istituita da Papa Francesco al termine del Giubileo della misericordia, nella lettera apostolica “Misericordia et misera”.


Una provocazione etica da sempre presente nella Chiesa


Clemente di Alessandria fu il primo in una sua omelia – Quale ricco si salverà? – ad affrontare questo rapporto non in termini ideologici, ma di fede. Povertà e ricchezza non sono entità valutabili moralmente, ma sono i ricchi e i poveri con la loro vita ad avere valenza morale. E usa parole fortissime contro i ricchi che, divenuti cristiani, nascondono i loro beni per non darli ai poveri. Li definisce “seme di Caino, discepolo del diavolo. Non ha il cuore di Dio, non ha la speranza di cose più grandi; è sterile, è secco; non è un tralcio della vigna celeste che vive in eterno”.
Clemente ha la convinzione evangelica che non è il povero “che ha ricevuto l’ordine di ricevere, bensì sei tu [il ricco] che hai avuto quello di dare”.
Basilio Magno critica una certa pietà distorta fatta di digiuni e sacrifici fini a se stessi e non rivolti al povero. Un pensiero che sembra ancora oggi molto attuale: “So di molti che digiunano, che recitano preghiere, che gemono e sospirano, che praticano ogni forma di pietà che non supponga spesa, ma che non sganciano un soldo per i bisognosi. A che servirà poi tutta questa pietà? Non per questo li si ammetterà nel regno dei cieli!”.
Ambrogio di Milano vedeva nell’aiuto al povero una vera opera di misericordia e di giustizia: “La misericordia è parte della giustizia. Questo significa che se tu, animato da misericordia, intendi dare ai poveri, ebbene, agendo così, non fai più di quanto non richieda la giustizia, secondo quanto dice la Scrittura: ‘Distribuì, diede ai poveri; la sua giustizia rimane per sempre’ (cfr. Sal 111,9)”.
Tommaso D’Aquino: “Cristo scelse per sé genitori poveri e tuttavia perfetti nella virtù, affinché nessuno si glori della sola nobiltà del sangue e delle ricchezze dei genitori. Condusse vita povera per insegnare a disprezzare le ricchezze. Visse in semplicità, senza ostentazione, allo scopo di tenere lontani gli uomini dalla disordinata brama degli onori. Sostenne la fatica, la fame, la sete e le afflizioni del corpo, affinché gli uomini proclivi alle voluttà e delicatezze, a motivo delle asprezze di questa vita, non si sottraessero all’esercizio della virtù”.